Contratto di solidarietà alla “Astrel”

Scongiurati, almeno per il momento, i 15 esuberi. Baldassi (Fiom): «Sviluppo positivo. È stata un’operazione salvagente»
Di Francesco Fain

MOSSA. Vertenza Astrel, dove eravamo rimasti? Eravamo rimasti che si stava consumando un vero e proprio muro contro muro fra proprietà e sindacati con le forze sociali che chiedevano (apparentemente inascoltate) l’introduzione del contratto di solidarietà: una strategia che avrebbe evitato, a loro dire, di mettere in mobilità 15 dipendenti. L’ultimo articolo che pubblicammo risale al 12 gennaio scorso: le segreterie Fiom-Fim e la Rsu Astrel stigmatizzarono il “no” dell’azienda a qualsiasi ipotesi di incontro. Pareva che le posizioni fossero inconciliabili.

Ebbene: molta acqua è passata sotto i ponti. E le notizie, oggi, sono (sorprendentemente) positive. «Alla fine - annuncia Fabio Baldassi della Fiom-Cgil - l’azienda ha accettato di introdurre il contratto di solidarietà. Ed è stato, indubbiamente, uno sviluppo molto positivo e per certi versi sorprendente, considerata la posizione di netta chiusura che era stata espressa dall’azienda sin dal primo minuto. Oggi, dunque, i dipendenti della Astrel applicano una riduzione d’orario: in questa maniera lavorano tutti, pure gli operai che erano stati dichiarati in esubero». Insomma, è stato applicato il principio riassumibile con il motto: “lavorare meno per lavorare tutti”. Una soluzione che i sindacati avevano caldeggiato sin dalla prima ora. «Per ora, si avanti così: il contratto di solidarietà si estenderà per 12 mesi, prorogabili a 24. Nel frattempo, la speranza di tutti è che l’azienda possa tornare a lavorare a pieno regime in maniera tale da rendere inutile la procedura di mobilità», il ragionamento di Baldassi.

Al momento, la situazione viene costantemente monitorata: «Si può dire - sottolineano ancora i sindacati - che è stata effettuata un’operazione-salvagente». Come si ricorderà, la direzione dell’azienda, che occupa attualmente 77 dipendenti di cui la metà donne in maggioranza addette alla produzione, in un incontro svoltosi nel dicembre scorso nella sede di Confindustria di via degli Arcadi dichairò la necessità di dover ridurre il proprio organico di almeno 15 unità: esuberi che sarebbero divenuti tali al termine della cassa integrazione straordinaria che scade il 31 marzo 2014. Una doccia fredda. A darne notizia furono le segreterie territoriali della Fiom e della Fim e la Rsu della Astrel. E gli stessi sindacati proposero istantaneamente all’azienda un contratto di solidarietà difensivo, ricevendo però risposta negativa e la volontà da parte dei vertici aziendali di partire con le procedure di mobilità a gennaio.

Oggi, lo sviluppo positivo che viene commentato con (ovvia e comprensibile) soddisfazione dalle forze sociali.

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