Coronavirus, impennata di infetti: + 62% in un giorno in Friuli Venezia Giulia. Le vittime sono otto

TRIESTE. È il giorno peggiore per il Friuli Venezia Giulia alle prese con il coronavirus. In regione c’è stato ieri, giovedì 12 marzo, un altro decesso, l’ottavo, e i contagi sono aumentati come mai era accaduto in precedenza. Dopo la frenata da lunedì a mercoledì, i casi di cittadini colpiti dall’infezione sono cresciuti di 79 unità. Il totale è ora di 205, il 62% in più in 24 ore.
L’informazione della Regione è arrivata come di consueto a metà pomeriggio. Ed è stata una doccia fredda. Si poteva sperava che la sola chiusura delle scuole e qualche precauzione in più avessero prodotto già qualche effetto, fino a invertire il trend in tempi più rapidi di quelli temuti. E invece, forse per la superficialità con cui una parte dei cittadini ha gestito il momento prima delle ordinanze rigide degli ultimi giorni, è arrivato un nuovo rialzo dei contagi.
I casi positivi sono saliti da 126 a 205 e i decessi da 7 a 8. La Regione, che ha confermato la morte all’ospedale Maggiore di un’ottantenne proveniente da una casa di riposo triestina, ricoverata in seguito a una caduta accidentale, ma trovata positiva anche al coronavirus, non ha dato informazioni invece sull’ottava vittima.
Il dettaglio riguarda altri fronti dell’emergenza: i ricoverati nei reparti delle malattie infettive sono 23, i pazienti in terapia intensiva 10, mentre i tamponi effettuati hanno raggiunto quota 2.604. Riccardo Riccardi, assessore regionale alla Salute, dopo una lunga giornata di riunioni, fa sapere di 16 nuovi casi emersi nella casa di riposo Rovere Bianchi di Mortegliano, di cui 10 riguardano anziani ospiti e 6 i dipendenti dell’istituto.
Nella struttura comunale, che accoglie 90 persone ed è gestita da Euro&Promos, il primo test positivo risale a lunedì, quando è stata riscontrata infetta un’operatrice. Il sindaco Roberto Zuliani è subito intervenuto con il divieto dell’accesso alla struttura per i parenti e chiudendo il centro diurno Alzheimer, ma evidentemente il contagio si era già diffuso.
«L’impennata? Il giorno prima erano in lavorazione oltre 230 tamponi», spiega Riccardi senza entrare nel merito di un incremento tanto netto: «Ci dobbiamo abituare a non andare più a cercare i focolai». Riccardi precisa comunque di non essere a conoscenza di ulteriori sviluppi nelle case di riposo triestine, dove sono stati disposti tamponi a tappeto a seguito del decesso, sabato scorso, di un’ospite di Casa Serena.
Il pericolo, si sospetta, potrebbe arrivare dagli operatori che arrivano dall’esterno per il lavoro quotidiano nelle strutture. Di qui i test anche al Gregoretti e alla Bartoli, sui cui esiti, tuttavia, non arrivano risposte. Come pure sulla situazione di salute del personale sanitario, a Cattinara come al Maggiore, entrato in contatto la scorsa settimana con utenti risultati contagiati dal virus.
Riccardi, qualche ora prima di chiudere la giornata incontrando sindacati e dirigenti sanitari, con i quali ha avviato un ragionamento anche su una rimodulazione della terapia intensiva in regione, aveva risposto positivamente all’istanza dell’Ordine dei farmacisti di svolgere il servizio a battenti chiusi per ridurre il rischio contagio.
Secondo l’assessore è inoltre necessario che ogni farmacia garantisca un numero di telefono al quale ciascun cittadino possa rivolgersi per avere risposte alle singole necessità. C’è infine chi se la prende, e non poco, con Igor Gabrovec, il consigliere regionale entrato a Palazzo prima di conoscere l’esito di un tampone poi risultato positivo. A firma di Ettore Ribaudo è stato invitato alla Procura di Udine un esposto con l'ipotesi di reato di diffusione di epidemia coronavirus.
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