Coronavirus,la Slovenia blocca l'ingresso dei tir: subito disagi e code chilometriche. Fedriga: «Stop unilaterale scorretto, Di Maio intervenga»

Il traffico viene deviato verso l'Austria, da dove poi i mezzi pesanti potranno proseguire verso i Paesi dell'Est. Per quanto riguarda le auto è consentito l'accesso solo dopo la misurazione della temperatura corporea
Coda chilometrica alle 11.50 a Fernetti. (Foto Andrea Lasorte)
Coda chilometrica alle 11.50 a Fernetti. (Foto Andrea Lasorte)

TRIESTE. Dalla mattinata di oggi, venerdì 13 marzo, le autorità slovene hanno bloccato lungo il confine con l'Italia l'accesso a tutti gli automezzi di oltre 3,5 tonnellate che non abbiano targa slovena. Possono invece passare quelli con targa italiana soltanto se diretti in Slovenia e con merce deperibile, dunque non in transito.

Il traffico di automezzi, camion e tir viene dunque deviato dalla Polizia di frontiera di Trieste, e degli altri comuni lungo la linea confinaria, e dalla Polizia stradale verso l'Austria, da dove poi i veicoli possono proseguire per le varie destinazioni. Ad attraversare la Slovenia sono infatti, in gran parte, automezzi diretti nei Paesi dell'Europa dell'Est.

Trieste, la Slovenia decide lo stop per i Tir in arrivo dall'Italia: code a Fernetti

Il provvedimento sta causando disagi con code che si sono formate nei pressi dei valichi aperti. A Fernetti, in particolare, si è formata una coda chilometrica, come si può notare nella foto. Analoghi disagi a Gorizia al valico di Sant'Andrea. Immutate invece le disposizioni che riguardano il transito di autoveicoli con targa italiana: agli automobilisti viene consentito l'accesso in Slovenia soltanto dopo che è stata loro misurata la temperatura corporea.

Alle 15.30 erano almeno 450 i mezzi pesanti in fila a Fernetti formando una coda di circa un chilometro dal Raccordo Autostradale 14 al confine di Stato con la Slovenia. Molti i tir diretti principalmente in Romania, Ucraina, Ungheria e verso l'Europa orientale. Oltre un centinaio, fanno sapere le autorità slovene al valico, sono i camion cui è stato negato l'ingresso e che dunque sono stati fatti tornare indietro.

Due autotrasportatori cittadini rumeni in particolare che avevano la temperatura oltre i 37.5 gradi sono stati rimandati indietro. Coloro che sono costretti a fare dietrofront posteggiano all'interno dell'Interporto di Fernetti in attesa di capire dove andare e da dove passare per poter giungere alla destinazione finale. Schierati al confine anche le Forze dell'ordine italiane, Esercito, Polizia e Carabinieri.

Le pesanti restrizioni imposte dalle autorità slovene lungo la linea di confine con l'Italia riguarda anche gli autobus che trasportano persone. Dunque sono bloccati al valico a Trieste anche un centinaio e oltre di persone di nazionalità ucraina che, provenienti dalle città del Nord Italia, intendevano raggiungere il proprio Paese. Secondo le prime informazioni, però, fino a questo momento non sarebbe stato consentito loro né di passare né di tornare indietro.

Le restrizioni all'ingresso dei Tir alla frontiera italo-slovena sono state decise da un decreto d'urgenza del governo sloveno, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale slovena nella notte di ieri, specificano fonti diplomatiche all'Ansa. Le ragioni del provvedimento sarebbero le lunghissime code che si sono create da un paio di giorni al confine con la Croazia, che "filtra" pochissimi Tir in ingresso dalla Slovenia. Per evitare che si creasse una sorta di "tappo", Lubiana avrebbe prima tentato di deviare il traffico pesante via Ungheria, ma si è scontrata con simili chiusure decise da Budapest in serata.

FEDRIGA SOLLECITA L'INTERVENTO DI DI MAIO

"Assumere iniziative unilaterali e divisive, specie in presenza di una pandemia con pesanti riflessi di carattere economico e occupazionale, appare irresponsabile e scorretto nei confronti di un intero Paese, l'Italia, ma anche di una regione quale il Friuli Venezia Giulia, che hanno sempre coltivato un rapporto leale e pienamente collaborativo con i Balcani". Lo afferma il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha inviato oggi al ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, una missiva nella quale segnala "l'assoluta esigenza di rappresentare agli Stati di Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Serbia di rivedere le rispettive posizioni assunte in tema di chiusura dei confini".

"È pertanto irragionevole acconsentire che si disponga di iniziative sporadiche, non coordinate e, soprattutto, non condivise tra gli Stati. Un tale agire ha come unico esito - prosegue il governatore - di limitare il transito delle merci e rallentare gli indispensabili rifornimenti alle imprese di ogni nazionalità, necessari a fare fronte all'immanente emergenza". "Sono a conoscenza delle iniziative già avviate dal ministro Di Maio, ma sono certo - conclude Fedriga - che non mancherà un risolutivo intervento sulla questione".

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