Rivolte al Cpr di Gradisca: 5 arresti

Lo scorso 21 gennaio erano rimasti feriti alcuni operatori delle forze dell’ordine - ben nove uomini fra polizia, carabinieri e un militare 

Luigi Murciano
Il Cpr di Gradisca d'Isonzo in una foto di archivio
Il Cpr di Gradisca d'Isonzo in una foto di archivio

Cinque cittadini di nazionalità tunisina sono stati tratti in arresto a seguito dei gravi disordini che nei giorni scorsi hanno interessato il Centro Permanente per i Rimpatri di Gradisca d’Isonzo, ed in particolare in relazione alla rivolta del 21 gennaio.

In quella circostanza, come noto, erano rimasti feriti alcuni operatori delle forze dell’ordine - ben nove uomini fra polizia, carabinieri e un militare - poste a presidio della struttura ministeriale sita all'ex caserma "Ugo Polonio".

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A darne notizia, è stata la Questura di Gorizia. L’attività, posta in essere dalla Squadra Mobile del capoluogo non appena conclusasi la rivolta, è stata condotta mediante la disamina delle immagini riprese dall’impianto di videosorveglianza della struttura, che sono state comparate con i rilievi della Polizia Scientifica e con le ricostruzioni dei fatti operate dai presenti, consentendo di identificare compiutamente i principali responsabili dei delitti.

Nel primo pomeriggio del 23 gennaio, due giorni dopo i tumulti, una ultimate le verifiche di rito due cittadini tunisini di 19 e 25 anni sono stati raggiunti all'interno delle camerate del Cpr, dove sono stati tratti in arresto per i delitti di devastazione e saccheggio, danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.

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L’ingresso del Centro per i rimpatri di Gradisca d’Isonzo Foto Bumbaca

Contestualmente, tre connazionali di 27, 40 e 32 anni sono stati raggiunti dagli operatori della Questura di Gorizia presso il Cpr siciliano di Milo (Trapani) dove - come avevamo anticipato su queste colonne - erano stati nel frattempo trasferiti, venendo arrestati a loro volta per le medesime fattispecie di reato.

Le misure, fa sapere la Questura goriziana, sono state adottate attraverso il ricorso alla cosiddetta "flagranza differita”, istituto previsto dal Testo Unico sull’immigrazione e che consente di procedere all’arresto, nelle 48 ore successive ai fatti, di coloro che, anche sulla base di documentazione video o fotografica, risultino autori di reati compiuti con violenza sulle persone o sulle cose all’interno dei Centri per i rimpatri.

Nella giornata del 27 gennaio successivo, tutti gli arresti sono stati convalidati e, nei confronti degli interessati, è stata applicata, dal Giudice per le indagini preliminari la misura della custodia cautelare in carcere. Le indagini sono state dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, e proseguiranno nelle prossime ore "allo scopo di individuare gli ulteriori autori dei reati". Attualmente è aperto un fasicolo penale che si trova nella fase delle indagini preliminari.

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