Crac Parmalat, Geronzi e Cragnotti a giudizio

Accusa di estorsione: costrinsero Tanzi a comprare Eurolat a un prezzo fuori mercato
Cesare Geronzi in una foto d'archivio. Cesare Geronzi, Sergio Cragnotti e Riccardo Bianchini Riccardi, quest'ultimo ex componente del Cda Cirio, sono stati rinviati oggi, 10 ottobre 2011, a giudizio dal gup di Roma per la vicenda della presunta estorsione ai danni di Calisto Tanzi per la cessione della società Eurolat alla Parmalat. Il processo comincerà il 25 gennaio 2012. ETTORE FERRARI /ANSA
Cesare Geronzi in una foto d'archivio. Cesare Geronzi, Sergio Cragnotti e Riccardo Bianchini Riccardi, quest'ultimo ex componente del Cda Cirio, sono stati rinviati oggi, 10 ottobre 2011, a giudizio dal gup di Roma per la vicenda della presunta estorsione ai danni di Calisto Tanzi per la cessione della società Eurolat alla Parmalat. Il processo comincerà il 25 gennaio 2012. ETTORE FERRARI /ANSA

ROMA

Avrebbero costretto l’allora patron di Parmalat, Calisto Tanzi a comprare a un prezzo esagerato Eurolat, azienda del latte del gruppo Cirio, per far recuperare alla Banca di Roma ingenti crediti concessi a Sergio Cragnotti. L’ex presidente della Banca di Roma, Cesare Geronzi, l’ex patron del gruppo Cirio Sergio Cragnotti e Riccardo Bianchini Riccardi, quest’ultimo ex componente del Cda Cirio, sono stati rinviati a giudizio dal gup di Roma per la vicenda della presunta estorsione ai danni di Calisto Tanzi riferita alla cessione della società Eurolat alla Parmalat. Il processo comincerà il 25 gennaio.

La richiesta del giudizio per Geronzi, Cagnotti e Bianchini Riccardi è legata a un filone della vicenda Parmalat che da Parma, per competenza territoriale, era arrivata nella capitale. Secondo l’accusa i tre avrebbero esercitato pressioni su Calisto Tanzi, per l’acquisto della società Eurolat, ramo latte della Cirio, a un prezzo fuori mercato (duecento miliardi di lire in più) nel 1998. Stando alla Procura in caso contrario la Banca di Roma avrebbe ritirato i finanziamenti al gruppo alimentare emiliano. Gli imputati sono accusati di estorsione aggravata in quanto Geronzi, «agiva - si legge nel capo di imputazione - come parte sostanziale della trattativa pur apparendo formalmente solo come “garante della riservatezza”, Cragnotti, quale ad di Cirio, e Bianchini Riccardi», quale componente del Cda di Cirio. «I tre si procuravano l’ingiusto profitto derivante dalla corresponsione dalla Parmalat spa di almeno 200 miliardi di lire oltre al valore effettivo della Eurolat spa, che venivano utilizzati per il pagamento dei crediti che la Banca di Roma vantava nei confronti delle società del gruppo Cirio». A Cragnotti, Geronzi e Bianchini Riccardi sono contestati anche reati di bancarotta distrattiva ai danni di Parmalat: si tratta della «distrazione patrimoniale consistita nell’acquisto della società Eurolat srl al prezzo incongruo di 829 miliardi di lire, superiore di 200 miliardi di lire». Ai tre imputati viene anche contestato di avere concorso a causare la dichiarazione dello stato di insolvenza di Eurolat proprio attraverso la presunta estorsione e la bancarotta per distrazione in concorso con Tanzi e con l’ex componente del cda di Parmalat, Fausto Tonna (già condannati a Parma in primo grado). Per l’avvocato Ennio Amodio, legale di Geronzi, il rinvio a giudizio «è una offesa al buon senso e ai principi più elementari del diritto penale». (p.b.)

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