Crisi Wärtsilä, contatti del governo con tre soggetti interessati allo stabilimento di Trieste

Il governo chiede alla multinazionale di dare continuità produttiva fino al possibile subentro di uno di questi soggetti, premettendo tuttavia che le interlocuzioni sono ancora in fase embrionale.

Diego D'Amelio
Lasorte Trieste 29/09/22 - Canale Navigabile, Motori Wartsila
Lasorte Trieste 29/09/22 - Canale Navigabile, Motori Wartsila

TRIESTE Il ministero delle Imprese ha avuto contatti con tre diverse società per dare un futuro industriale allo stabilimento Wärtsila di Trieste.

Il governo chiede alla multinazionale di dare continuità produttiva fino al possibile subentro di uno di questi soggetti, premettendo tuttavia che le interlocuzioni sono ancora in fase embrionale.

L’annuncio a Roma

L’annuncio arriva dal capo di gabinetto del ministero Federico Eichberg, in coda alla prima sessione del tavolo sulla vertenza Wärtsilä convocato stamattina (17 november) a Roma, durante il quale il management della società finlandese dichiara a sua volta di aver deciso di eliminare il veto sul possibile ingresso di player attivi nella produzione di motori marini.

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Il ministro Adolfo Urso è assente, impegnato contemporaneamente in un incontro dedicato alla crisi riapertasi all’ex Ilva di Taranto. In sua vece, è Eichberg a condurre la riunione, alla fine della quale il capo di gabinetto parla a sorpresa di «tre interlocuzioni con soggetti industriali che ci prospettano un futuro per Wärtsilä e che sono ancora a un livello di maturazione che non sappiamo se diventerà un frutto da cogliere».

Si tratta di aziende non connesse al lavoro che sta svolgendo parallelamente l’advisor di Wärtsilä e sulle quali Eichberg tiene un parziale riserbo. Il rappresentante del ministero dice che fra gli interessati c’è una società «il cui nome tutti ben sappiamo», con un riferimento che i ben informati riconducono subito a Fincantieri.

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Sugli altri due nomi è al momento mistero fitto: si sa solo che si tratta di opzioni emerse dalle interlocuzioni bilaterali che il ministro Urso aveva annunciato come preliminari alla convocazione del tavolo. Eichberg sottolinea che «non tutti questi soggetti fanno mare» e assicura ai sindacati che «vi aggiorneremo sul tipo di proposta industriale, auspicando che si arrivi a dare continuità nel settore di attività» attuale dell’impianto e dunque la motoristica navale.

Poi il funzionario si rivolge all’ad di Wärtsilä Italia Michele Cafagna: «Guardo negli occhi il management e vi chiedo un impegno maiuscolo sul tema della continuità produttiva: un sito d’eccellenza trova partner quanto più dimostra di essere attivo».

Con questa notizia inattesa si chiude la prima sessione del tavolo, che riprenderà nel primo pomeriggio. All’apertura dell’incontro, dopo le formalità di rito, anche la multinazionale aveva comunicato alcune novità rispetto alla linea fin qui assunta. Cafagna conferma la decisione di chiudere la produzione e parla di «grande opportunità per fare un reset», evidenziando che «le soluzioni le cercheremo in maniera più condivisa e proficua possibile, in un dialogo che valuti tutte le opportunità che abbiamo».

Quelle a cui sta lavorando il consulente dell’azienda al momento restano coperte, ma l’amministratore delegato aggiunge che il sito produttivo è «un patrimonio importante da mantenere per il futuro e ci auguriamo in percorso di reindustrializzazione condiviso, inclusa la costruzione di motori: non c’è nessuna pregiudiziale da parte dell’azienda».

Il passaggio elimina di fatto il no all’insediamento di concorrenti nell’ambito dei grandi motori, contenuto nel piano di mitigazione previsto dalla procedura di licenziamento poi azzerata dalla condanna per condotta antisindacale. Cafagna si concentra poi sul secondo punto del ragionamento, spiegando che «adesso vogliamo riprendere la produzione di una fabbrica di fatto ferma, con conseguenze pesanti per maestranze e clienti. Torniamo a una sorta di normalità per un periodo definito, in cui si continui a consegnare e produrre, mentre si ragiona sulla reindustrializzazione del sito».

Il manager prospetta la ripresa delle attività e tra le righe pone la necessità di aprire una trattativa con i sindacati per l’uscita dei motori dallo stabilimento. Ci sono i generatori di A2a e Metaenergia che attendono la consegna da mesi, ma ci sono pure i propulsori di Fincantieri per le navi da crociera. E non è un caso che l’ad di Fincantieri Pierroberto Folgiero ieri abbia dichiarato che «la nostra soluzione è mettere in mora industrialmente in tutti i modi questi signori (Wärtsilä, ndr) perché capiscano quanto male stanno facendo alla Fincantieri, cosa comporterà per loro questo male, quanto male stanno facendo all'industria, al territorio, ai lavoratori e in fin dei conti a loro stessi. Siamo in una fase di contrasto, intelligente ma contrasto, con questi signori: i motori ci servono e dobbiamo caricarli sulle navi».

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