Croazia, a Osijek non ci sono più posti letto. In Slovenia 19 mila casi attivi di Covid-19

Nel capoluogo della Baranija si prepara un ospedale nel Palasport. Lubiana alle prese con il morbo nelle case di riposo

/ LUBIANA Come è già accaduto in Slovenia agli ospedali di Murska Sobota e di Celje anche in Croazia il nosocomio di Osijek, “capitale” della Baranja sta per esaurire il posti destinati a pazienti affetti da Covid-19.

Ma la situazione nella regione è tra le peggiori in Croazia per cui l’esercito sta già approntando un’ospedale nel palazzetto dello sport della città. Il direttore dell’Osijek Kbc, Željko Zubčić, ha detto che l’ospedale ha circa 200 posti letto per pazienti Covid e che, con l’attuale funzionamento del Kbc, questa è la capacità massima che può essere assegnata senza che altre forme di assistenza sanitaria siano seriamente compromesse.

Dato che al momento ci sono 168 pazienti con coronavirus nel Kbc, 34 dei quali sono attaccati al respiratore, e che sono stati confermati 237 nuovi casi, record di infezione nella contea nelle ultime 24 ore, Zubčić ritiene che «i numeri siano preoccupanti e non inducano all’ottimismo».

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Tutti con la mascherina sul viso nelle vie del centro di Lubiana dopo le nuove norme restrittive varate dal governo. rtvslo.si


Ieri il Quartier generale della Protezione civile croata ha comunicato che nelle ultime 24 ore nel Paese ci sono stati 1.945 nuovi contagi su 7.262 tamponi effettuati il che significa che il 26,78% di chi si è sottoposto al test è risultato positivo. I decessi sono stati 31. Il contagio nel Paese non si ferma e neppure la sua velocità di crescita. Velocità che è praticamente speculare a quella rilevata ieri in Slovenia dove i nuovi infetti nelle ultime 24 ore sono stati 1.388 su 5.326 tamponi svolti, vale a dire che il 26% dei testati è risultato affetto dal Covid-19.

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epa08763383 Empty streets during Curfew in downtown Ljubljana, capital of Slovenia, 21 October 2020. Slovenia declared tighter coronavirus countermeasures on 19 October 2020 with the closing of cafes and bars, fitness centers and a police curfew from 09 p.m. to 06 a.m., plus cancelled all entertainment events in order to prevent the spread of the SARS-CoV-2 coronavirus, which causes the SARS-CoV-2 disease. EPA/IGOR KUPLJENIK


«A causa dell’attuale situazione epidemiologica, che sta lentamente migliorando, e dell’aumento dell’occupazione degli ospedali, in particolare delle unità di terapia intensiva – ha annunciato ufficialmente ieri il portavoce dell’esecutivo sloveno Jelko Kacin – il governo ha preso la logica decisione di estendere lo status di epidemia in Slovenia per altri 30 giorni». L’estensione entrerà in vigore oggi.

Kacin ha sottolineato anche che dichiarare o prolungare lo status di epidemia non può essere equiparato a un inasprimento delle condizioni. «La sua proclamazione è uno status, un quadro giuridico che costituisce la base per l’azione, compresa l’attivazione della protezione civile e di altre forze disponibili, nella direzione di limitare la diffusione dell’infezione».

Nuška Čakš Jager, vice capo del Centro per le malattie infettive dell’Istituto nazionale della sanità pubblica (Nijz) ha lanciato l’allarme dei contagi tra la popolazione anziana del Paese.

La quota di infezioni nella popolazione attiva è diminuita, ha spiegato, mentre sono in aumento le infezioni tra gli anziani, anche nelle case di riposo. «Abbiamo avuto 242 contagi nelle case di riposo fino al 4 ottobre e 4.802 fino al 15 novembre», ha illustrato Čakš Jager.

Secondo il Nijz, attualmente ci sono più di 19.000 casi attivi di infezione in Slovenia. «Il virus è ovunque – ha concluso Čakš Jager – abbiamo dati su dove si trova, dove sono i singoli cluster. Il virus è presente tra la popolazione, nei servizi pubblici, nelle case di riposo. Dire dove è di più, dove è di meno, è irrilevante al momento perché non è definito con precisione». –

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