Croazia, Tv di Stato nella bufera: via al boicottaggio

Opposizione e associazioni accusano Hrt di censura e di scarsa trasparenza. L’emittente presenta denunce per diffamazione. Sabato protesta a Zagabria

TRIESTE Oramai è boicottaggio quasi totale. Se si escludono i “personaggi” legati all’Hdz, il partito al potere sotto la guida del premier Andrej Plenković, nessuno vuole più avere a che fare con la Tv di Stato croata, la Hrt, che ha denunciato i suoi stessi giornalisti e altri media per diffamazione in quanto hanno affermato che in seno alla testata giornalistica televisiva di Stato vige un regime di censura. Il danno richiesto da Hrt per la lesione della propria immagine è di 310 mila euro. E così i partiti politici di opposizione con i socialdemocratici in testa (Sdp) non invitano più la Hrt alle proprie conferenze stampa e non rispondono alle domande poste loro dai giornalisti della tv di Stato.

Atteggiamento che ha portato anche a una spiacevole forzatura. Il presidente della Sdp di Zagabria Gordan Maras ha addirittura cacciato una troupe di Hrt dalla sua conferenza stampa. Successivamente però si è scusato per il suo gesto in quanto se l’evento si tiene in un luogo pubblico nessun giornalista può essere cacciato via. L’idea di boicottare la Hrt è nata a metà febbraio dall’iniziativa dei rappresentanti di 30 organizzazioni non governative (ong) e di altre associazioni cui si sono subito uniti molti personaggi pubblici, i sindacati, molti ordini professionali, l’Associazione dei registi croati, oltre a molte formazioni politiche di centrosinistra e di centro, i partiti della cosiddetta Coalizione di Amsterdam che sono all’opposizione con capofila, come detto, la Sdp.

Gli esponenti di tali partiti e associazioni non invitano i giornalisti di Hrt alle proprie manifestazioni (salvo tollerarli se ciò avviene in luogo pubblico), non partecipano a trasmissioni messe in onda dalla Tv di Stato come, ad esempio, i talk show, il tutto fino a sabato prossimo 2 marzo, quando si svolgerà una manifestazione di piazza a Zagabria dal titolo significativo: “Avete preso i media, ma i giornalisti non ve li diamo”, organizzata dall’Ordine dei giornalisti di Croazia (Hnd). In base al successo della manifestazione di sabato, gli organizzatori hanno sostenuto di essere pronti a portare avanti ulteriori azioni per cercare di restituire credibilità al servizio pubblico e cercare di allentare la morsa dei media (leggi editori) che costringe i giornalisti a lavorare quotidianamente sotto pressioni di vario genere. Dopo l’episodio su descritto dell’esponente socialdemocratico Maras la Tv di Stato ha reagito convocando una conferenza stampa in cui è stato agitato lo spettro di una forte pressione politica sui media pubblici in quanto il boicottaggio trova il suo appoggio su diversi partiti politici che ostacolano il lavoro dei loro giornalisti. Il direttore generale di Hrt Kazimir Bačić ha affermato, da parte sua, che in seno alla tv pubblica non esiste alcun tipo di censura e il lavoro viene svolto «professionalmente, con obiettività e senza schieramenti di parte».

Anche l’Associazione europea dei giornalisti al termine di una indagine ha affermato che Hrt è il peggior servizio pubblico in Europa per quanto riguarda l’indipendenza della gestione dei media pubblici e a causa di una pesante ingerenza politica al suo interno. Adesso la parola passa alla manifestazione di piazza che sarà il vero banco di prova per capire se la reazione politica e sociale alla scarsa professionalità della Tv di Stato e il suo schierarsi a fianco del partito al potere, ossia l’Hdz, potrà avere conseguenze concrete e determinare anche un cambio di rotta editoriale.

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