Cruciani: «Non mi pento per le mie vittime»

Il castigamatti de “La Zanzara” presente a un incontro con Biloslavo sul giornalismo di oggi

«La funzione etica, moralizzatrice del giornalismo non la concepisco. Né la pratico. L’onestà intellettuale quella sì, ma cercare notizie, trovare delle storie da raccontare, anche le più disturbanti, non va fatto indossando l’abito del censore e neppure salendo in cattedra per insegnare qualcosa». Il castigamatti di “La Zanzara”, Giuseppe Cruciani, conduttore della pungente trasmissione cult di Radio24, ha esordito così, senza molti giri di parole, all’incontro a tutto tondo sul mestiere del giornalista ospitato venerdì pomeriggio da Impact Hub Trieste, organizzato dal magazine Genius-online.it.

“Il Quarto potere-Giornalismo dalla guerra al gossip”: questo il tema del confronto a due voci dedicato all’informazione, protagonisti la radio star dell’emittente radiofonica di Confindustria e l’inviato di guerra del Giornale, Fausto Biloslavo. Due professionisti dell’informazione per due aree mediatiche molto diverse tra loro – il reportage da zone di guerra e la satira dissacrante - che hanno raccontato e confrontato le dinamiche del “confezionare” e “porre” la notizia. Spazio Hub super affollato e, come hanno commentato con un pizzico di stupita soddisfazione, «finalmente un parterre con un pubblico sostanzialmente giovane». Alle spalle di Cruciani e Biloslavo, scorrevano le immagini del servizio fotografico del corrispondente di guerra triestino, “Gli occhi della guerra”, che danno il nome anche alla piattaforma di crowdfounding per finanziare reportage in zone belliche. «I giornali e i media in generale riflettono nei contenuti la domanda della società. In Italia c’è scarso interesse per la politica estera e, di conseguenza, ed è un vero peccato, anche gli spazi per i servizi da zone di conflitti sono limitati», ha spiegato Biloslavo. Punto d’incontro tra il giornalismo d’inchiesta al vetriolo ad alto tasso di querela del caustico Cruciani, definito anche il Clint Eastwood del Far west radiofonico, e i reportage in prima linea di Biloslavo, «portare alla luce il volto nascosto del potere, gli altarini politici, la parte marcia della società». Nel caso della pungente “zanzara” dell’etere, anche con gli scherzi telefonici di Andro Merkù, salito all’olimpo del più temuto imitatore del Belpaese. «Per me l’adrenalina è uno scherzo cattivo ben riuscito, scandalizzare, sorprendere», ha spiegato il conduttore di Radio24, aggiungendo inoltre che «ho maturato un cinismo che rende molto difficile io possa provare dei rigurgiti di pentimento nei confronti delle mie “vittime” radiofoniche».

Patrizia Piccione

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