Da Banfi a Balbinot, i vip in cucina

Chef o camerieri per beneficenza. E Tondo, Illy e Galan si ritrovano ai fornelli

TRIESTE. Cosa pensereste se, entrando in un locale, vi capitasse di vedere ai fornelli Nonno Libero, al secolo Lino Banfi, mentre Sergio Balbinot , amministratore delegato delle Generali, serve ai tavoli, così come, con esperta naturalezza, il presidente della Regione Renzo Tondo e quello della Camera di commercio Antonio Paoletti? No, non siete su "Scherzi a parte", ma su "Quochi di Quore", la manifestazione benefica giunta alla quinta edizione che ieri sera ha stipato l'Expo Mittelschool di vip, di aspiranti tali e, in genere, di persone con un cuore che sta almeno in proporzione al portafoglio.

E, dunque, è grande. Rossana Bettini ha saputo preparare anche quest'anno un vero parterre de roi, unito attorno alla causa dei "Bambini del Danubio", piccolini non abbienti dell'area danubiana-balcanica affetti da gravi malattie. E quanto a personaggi ha colpito nel segno.

Volete mettere? C'è Vladi Dukcevich, della "Principe", che ti affetta un prosciutto Gran riserva di 21 mesi, Ivan Nino Jakovcic, presidente della Regione Istria, che si lancia sui sardoni "in savor", rigorosamente autoctoni, Bepi Stefanel che ritorna sul luogo del "delitto", dove maturò la fine del basket triestino di livello, e cerca di rimediare con un tonno scottato alle erbe su fondo di radicchio di Treviso caramellato, mentre Giacomo Agostini, che dall'aspetto potrebbe tornare in gara già domattina, fa un omaggio al Carso con la sua fonduta di Jamar con pere al forno e cannella e Fabio de Visintini, coordinatore dei fornelli, approfitta per presentare la sua ultima, pazza idea, il "Cho-x", un misto di cioccolato e amarena, realizzato assieme a Francesco Riccardi e pronto per il mercato.

L'adrenalina attorno ai tavoli si alza quando il ministro Giancarlo Galan fa il suo ingresso già in "traversa". Pronto a tutto meno che a dichiarazioni politiche. Ma il ruolo è il ruolo. Ed eccolo intrattenersi, con la consueta disponibilità, su una sua futura, eventuale delega alla Cultura al posto di Bondi («I mariti sono gli ultimi a sapere, ma mi dispiacerebbe lasciare l'Agricoltura...») o sul governo («È stato il migliore del dopoguerra, ma fino al giugno 2010...»). Riccardo Illy, capo sommelier, lo interrompe per proporgli una Vitovska di Sandi Skerk, servita dalla migliore cameriera che potreste mai incontrare, Margherita Granbassi, in forma più che olimpica.

È il momento della poesia, creata appositamente da Banfi, che dichiaratamente esprime le sue «stronzete» in rima, ma poi si rammarica perchè deve dire Piccadilly per trovare il corrispondente di Illy... La serata decolla, c'è l'asta degli oli e dei vini pregiati, il montepremi s'impenna. E, in fondo, lo scopo è quello.

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo