Da ospizio a “casa di tutti” La nuova vita dell’Itis

L’Itis volta pagina e si apre alla città. Il secolare ospizio per anziani del rione di Barriera diventerà anche un grande centro di aggregazione culturale dove i triestini potranno fare musica, teatro e mostre. Un’autentica rivoluzione per la struttura, pronta a mettere a disposizione le sale più prestigiose e antiche, appena ristrutturate. Davvero incantevoli, non c’è dubbio.
Altre sono di nuova costruzione: veri e propri auditorium dove organizzare convegni, cineforum e dibattiti. All’interno dell’istituto, che può contare su una superficie di ben 30 mila metri quadrati, trovano quotidianamente accoglienza oltre seicento persone, tra casa di riposo, Rsa e i servizi diurni per la cura personale, l’attività motoria, l’animazione e il laboratorio. Ora il passo avanti. Un modo per far avvicinare il più possibile due mondi socialmente separati: quello degli anziani delle case di riposo, spesso ai margini, con quello fuori.
L’intero progetto, che non avrebbe altri esempi in Italia, sarà al centro dell’evento pubblico del prossimo 14 marzo all’istituto: in quell’occasione sarà anche riaperto lo storico ingresso che dà su via Pascoli, l’entrata originaria del palazzo che si trova al civico 31. Un numero che dà il nome alla neonata associazione “Spazio 31”, sorta proprio per preparare e gestire le future iniziative culturali. «L’Itis è sempre stato un posto con tante attività - riflette la presidente Erica Mastrociani - ma di questo luogo finora godeva solo chi vive qui e i loro familiari. Adesso ribaltiamo la logica: non più la classica casa di riposo, non più soltanto un edificio che fa assistenza. Ma un ponte tra generazioni. Chi sta qui non vive segregato, il mondo entra».
I punti che saranno adibiti alle proposte culturali e ai laboratori, da preparare in modo integrato assieme agli ospiti della struttura, sono già stati decisi: l’auditorium, innanzitutto, la moderna sala da 224 posti che dà sul giardino, pensata per concerti, letture, conferenze e video-proiezioni. Al primo piano ecco la Sala Maggiore, un elegante salotto in parquet con pianoforte, mobili intarsiati, quadri ottocenteschi e stucchi decorativi. Un gioiellino da poco restaurato. C’è poi la cappella, una vera e propria chiesa rimasta per oltre un decennio in disuso. L’organo, uno dei più antichi a Trieste, servirà per eventi musicali e cori.
L’altra sala che l’istituto intende offrire ai cittadini è ancora in fase di allestimento: si tratta di un ambiente enorme, arricchito da un colonnato centrale, che farà da teatro. Altri spazi polifunzionali, come quella del piano terra, saranno utilizzati per le attività di laboratorio, cineforum e altro. Musica, concerti, intrattenimento e arte dedicati agli anziani della casa di riposo e a tutti i cittadini, comprese le varie nazionalità residenti nel quartiere, uno dei più multiculturali di Trieste: basti pensare, come esempio, che nella struttura lavorano operatori originari di ben tredici paesi.
L’Itis, insomma, si trasforma. Un assaggio di quello che sarà il futuro della struttura lo sta già dando il pittore Serse Roma, con il suo atelier allestito all’interno. Soddisfatto il direttore, Fabio Bonetta. «Stiamo portando a compimento un processo che si è già cominciato negli anni - osserva - ma adesso intendiamo creare un’organizzazione strutturata per rendere una realtà sociosanitaria un centro pubblico integrato. Cambia la visione della nostra funzione - aggiunge - l’anziano diventa parte attiva della cittadinanza. Perché la città entra. L’arte e la cultura sono i motori di questo processo». Sarà “Spazio 31” a occuparsene. I fondatori della nuova associazione, oltre ai vertici dell’Itis, Mastrociani, Bonetta e il responsabile programmazione e qualità Francesco Mosetti che fa da presidente, sono il regista teatrale Lino Marazzo (direttore artistico), Giampaolo Andreutti (ex responsabile produzione del Rossetti e ora nella direzione del Verdi di Pordenone) e l'attore Fulvio Falzarano.
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