Da Rupingrande a Medjugorje in bicicletta

RUPINGRANDE
Entro le 17.40 di oggi arriveranno a Medjugorje, dopo aver percorso in bicicletta 530 chilometri. L’ora non è casuale, è quella in cui ogni giorno avvengono le apparizioni della Madonna nella cittadina della Bosnia Herzegovina.
Alla stessa ora di ieri Igor Vodopivec e Ales Tul hanno lasciato Rupingrande, assieme a una macchina che li assiste durante l’intero percorso, affrontato con una serie di soste, per l’esattezza quindici. «Ci fermeremo - spiega Igor Vodopivec, 43 anni, commercialista - solo per una lettura breve delle stazioni della Via Crucis».
Al contrario di quanto fece due anni fa da solo, pernottando lungo il percorso, questa volta Vodopivec (e il suo compagno) non prevedono soste per dormire. Il percorso iniziato ieri pomeriggio a Rupingrande, dove Vodopivec abita, si sviluppa attraverso Fiume e altre località della costa dalmata fino a Senj, per poi piegare verso l’interno della Croazia, attraversare Knin, e quindi proseguire in direzione del confine con la Bosnia Herzegovina, superato il quale mancheranno alcune decine di chilometri al “traguardo” di Medjugorje.
«A una trentina di chilometri da Medjugorje - spiega Vodopivec - ci fermeremo a Tihalina, dove c’è una chiesa con una statua della Madonna ritenuta dai veggenti quella più aderente alle apparizioni».
Vodopivec e la moglie Gabriella (che oggi raggiungerà il marito in macchina) hanno fatto diversi pellegrinaggi collettivi a Medjugorje. «La vecchia strada percorsa anni fa col pullman - racconta il ciclista-pellegrino, che ogni anno partecipa ad alcune gare di fondo - mi era piaciuto, e ho pensato che facendolo in bicicletta avrei potuto osservare i luoghi ancora meglio. Così, due anni fa ha fatto questo percorso in solitaria».
Un’esperienza evidentenmente appagante, al punto di decidere di ripeterla, affiancato come detto da un altro ciclista. A guidare la macchina che li segue è un allenatore di ciclismo. «Dedichiamo questo percorso a Ivan - spiega Vodopivec - figlio di questo allenatore, un bambino morto dieci anni fa di leucemia. E lo dedichiamo anche ai tanti malati di tumore che conosciamo».
(gi.pa.)
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