Dagli Economo ai Bum, i padroni del vapore

La vecchia borghesia triestina che gestiva le più importanti aziende. I saponi Adria di Pollitzer

Ciminiere fumanti, colate di ghisa, macchine a vapore, lamiere piegate, mani di operai, tute e berretti, martelli pneumatici, frantoi, cemento, telai, fuoco e metalli ardenti.

Le grandi fabbriche di cui sono state progressivamente abbattute le ciminiere, erano state realizzate più di un secolo fa dall’elite della grandi famiglie industriali cittadine. Gli “Oleifici triestini”, poi passati alla “Gaslini” erano guidati da Edmondo de Richetti e dal barone Leo Economo. Richetti era al timone anche del “Pastificio triestino”. Giulio Bum e Oscar Gentilomo era impegnati nella gestione della “Prima fabbrica austriaca di linoleum”. La famiglia Brunner era direttamente coinvolta nel capitale di rischio di una serie di stabilimenti tessili sparsi tra Aidussina, Gorizia e Ronchi. Questi stabilimento “rispondevano” direttamente dalla direzione di Trieste. Il saponificio “Adria” con stabilimento e relative ciminiere in via Cologna, apparteneva alla famiglia Pollitzer. Ettore Modiano, figlio di Saul , fondatore dell’industria cartotecnica ancora oggi ben attiva sul mercato, assieme a Edoardo Richetti, segretario dell Assicurazioni Generali e Nicolò Sevastopulo, console di Romania, avviano a Valmaura l’attività della Fabbrica di automobili “Alba” con annessa pista di prova della lunghezza di 700 metri. Sarà un disastro economico, sancito in un verso dal fallimento ma dall’altro costituirà un esempio delle volontà imprenditrice delle grandi famiglie triestine.

In quegli anni a cavallo tra 800 e 900 in effetti si apriva allora la più importante fase di crescita economica che la città abbia mai attraversato, una rivoluzione industriale: accanto a cantieri navali riorganizzati a Muggia e fondati ex novo a Monfalcone, si svilupparono stabilimenti siderurgici come la Ferriera di Servola, iutifici e cotonifici, chimici; inoltre raffinerie e depositi di olii minerali, la pilatura di riso di San Sabba e numerose industrie alimentari. Ben 50 ditte si dedicavano al commercio del caffè e spesso alla sua tostatura. Alla vecchia borghesia commerciale era subentrata una nuova classe dirigente, la moderna borghesia, costituita da armatori e spedizionieri, costruttori navali, detentori dei mezzi di trasporto.

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