Dal gruppo Tosto dieci milioni per rilanciare Depositi Costieri

Già durante il 2021 una prima tranche di 1,5 milioni, ad anticipare un impegno che supererà i 10 milioni nei prossimi anni e che s’indirizzerà su infrastrutture e tecnologia: Luca Tosto, amministratore unico dell’omonimo gruppo abruzzese, anticipa a grandi linee un programma ambizioso per consolidare e rilanciare Depositi Costieri.
In dicembre l’azienda è stata acquistata dalla Tosto, attraverso la controllata Seastock, per 6,4 milioni in occasione dell’asta bandita dal curatore fallimentare Piergiorgio Renier. Cifra incamerata dall’Agenzia delle Dogane a ristoro delle accise non saldate dai precedenti proprietari.
L’ingegner Tosto era in questi giorni a Trieste, dove ha avuto colloqui con il segretario generale dell’Autorità portuale Antonio Gurrieri: scadeva infatti lunedì scorso il periodo durante il quale si potevano esprimere osservazioni sulla domanda di subingresso di Seastock a Depositi Costieri nella concessione relativa al terminal petrolifero del Punto franco oli minerali di San Sabba, in via del rio Primario, dietro la Risiera.
«Trieste è un porto attrattivo - ha detto Tosto - sia per il mercato nazionale che per quelli esteri, è la ragione per la quale abbiamo ritenuto di acquistare Depositi Costieri. L’intenzione è di mantenere l’attività storica, incrementandola con nuovi prodotti derivati dalla trasformazione o dalla miscelatura». «Immaginiamo - ha proseguito Luca Tosto - di poter espandere le nostre iniziative anche in altri spazi, previo confronto con le istituzioni del territorio». «Pensiamo a nuovi tipi di bunkeraggio - ha argomentato - che riguarderanno altri gas come, per esempio, il Gnl. E stiamo studiando anche le applicazioni dell’idrogeno». «Ci pare di capire - ha concluso - che un aumento della capacità di ormeggio sarebbe gradito e ne terremo conto».
Seastock srl - informa una scheda aziendale - appartiene al gruppo Tosto dal 2014. Sessanta anni di impresa alle spalle, fondato da Walter (padre di Luca), quartier generale della holding abruzzese a Chieti, dove vengono coordinate le attività delle 9 società controllate, collocate in Italia e in Romania. Le produzioni si focalizzano sugli “apparecchi critici” di processo per petrolio & gas, impianti chimici, petrolchimici, centrali elettriche: Tosto si colloca nella fascia alta della fornitura internazionale.
Significativi i principali indicatori: nel 2019 - ma Luca Tosto ha riferito che il 2020 ha confermato questi dati senza subìre rilevanti conseguenze legate al fattore pandemico - il fatturato si è attestato a 105,5 milioni, con un utile superiore ai 5 milioni. I dipendenti sono oltre 1.300. Nel panel delle controllate anche nomi storici dell’imprenditoria settentrionale, come la mantovana Belleli e la romagnola Maraldi.
Depositi Costieri opera con una quarantina di addetti, compreso l’indotto. L’area può contare su 26 serbatoi in grado di stoccare 130.000 metri cubi tra gasolio e nafta. Era sorta nel 1986 al posto del vecchio scalo di San Sabba. Dal 1991 al 2015 venne gestita in modo paritario dall’Eni e dalla Giuliana Bunkeraggi della famiglia Napp. —
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