Dalla palestra per disabili 10 posti di lavoro

«Qui dentro abbiamo brutte malattie, ma bella gente». Daniela Maizeni ha sintetizzato così l’ambiente della palestra dell’associazione “Vado-Vicino alla disabilità” e non lo ha fatto solo a parole. Certe storie, sembrano andare oltre la realtà e la sua, per molti versi, ha del miracoloso. La struttura riabilitativa nata per aiutare (principalmente, ma non esclusivamente) le persone con disabilità si è trasferita in corso Italia già da alcuni mesi, ma l’inaugurazione ufficiale di ieri pomeriggio avrebbe potuto slittare ancora. Dopo i tanti sforzi fatti per realizzare il suo sogno, Daniela, infatti, ha rischiato di non poter essere presente all’appuntamento. Lunedì scorso è stata colpita da un’emorragia cerebrale. Ricoverata in ospedale, ha lottato con tutte le sue forze per rimettersi in piedi: non voleva rinviare oltre, e non lo ha fatto. Così, nonostante tutto, ieri pomeriggio si è sistemata sulla porta della palestra e ha dato personalmente il benvenuto a tutti gli ospiti. Ha lasciato però l’onore del taglio del nastro a Alex Mattioli («È il tetraplegico più coraggioso e più sereno che abbia mai conosciuto: si mette continuamente in gioco», ha spiegato). Sulle note della canzone di Vasco Rossi “Vivere”, tra gli applausi degli ospiti, è stato quindi Alex a tagliare simbolicamente con le dita a forbice una sciarpa tesa sull’ingresso.
Nella palestra lavorano dieci persone e l’associazione ha creato una rete di collaborazioni per servizi e prodotti con Nova Salus, Farmacia “All’Orso Bianco” e Orthomedica. «Reggo quel che reggo, ma siamo l’unica palestra in Italia che fa quello che facciamo noi - ha detto Maizeni -. Ci vuole poco per aiutare le persone disabili: basta farle lavorare con le persone “normali”».
Al momento gli iscritti sono 240 e quasi la metà non è disabile perché, anche se il focus è proprio quello delle disabilità, i servizi offerti sono i più svariati. «Mi sono inventata un progetto perché i diasbili, prima di tutto sono persone. Chiamo questa palestra l’“Isola che non c’è” perché qui tutti aiutano tutti mettendosi a disposizione per quello che possono e senza vergogna. Qui si lavora tantissimo tutti e lo si fa senza guardare le diseguaglianze».
Dopo aver chiesto ai politici presenti l’istituzione di un Ministero per le Disabilità, da imprenditrice Daniela ha voluto, allo stesso tempo, togliersi qualche sassolino dalla scarpa e spronare la città ad andare avanti. Nel ricordare che quello che ha realizzato è stato creato senza l’aiuto di nessuno, ha sottolineato: «Se non ci fossimo stati, questi ragazzi non avrebbero avuto un lavoro. Io sono molto arrabbiata con Gorizia perché sa solo criticare e non costruisce nulla. Noi abbiamo costruito. Sono molto polemica, lo so, ma noi abbiamo costruito nel silenzio più assoluto e abbiamo creato dieci posti di lavoro. Parlo di fatti, non di parole». (s.b.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo