Dalla Turchia alla Cina nel nome del petrolio

Lavora in Turchia per l’Eni, colosso del petrolio, anche se presto si preparerà a un nuovo trasferimento, stavolta in Cina.
Il triestino Paolo Svara, che vive a Istanbul, è da oltre dieci anni impiegato all’estero e ha girato tutto il mondo partendo dalla sua città natale già poco dopo la conclusione degli studi. «Ho conseguito la laurea in Scienze geologiche all’ateneo giuliano nel 1988. Successivamente, dopo alcuni anni di lavoro all'Eni, ho ottenuto un MBA (master in business administration, ndr) all’Università Tor Vergata di Roma, con l’obiettivo di conciliare studio e attività lavorativa», racconta Paolo. «Nel settore in cui lavoro, l’industria petrolifera, quella del trasferimento è quasi una scelta obbligata se si vuole maturare l'esperienza necessaria per crescere professionalmente. Senza un'esposizione alle problematiche operative tipiche delle sedi estere - sottolinea - si rimane con una visione limitata di come si gestisce il business, sviluppando i rapporti con le autorità locali, i governi e non solo. Sto girando il mondo dal 2000, passando dalla Croazia, all'Egitto e all’Indonesia: ora mi trovo in Turchia».
Svara è ora “managing director” di una joint venture, una “collaborazione operativa” tra Eni e un partner turco, ma tra poco tempo per il manager triestino sarà il turno di un nuovo spostamento: la Cina. Un impegno di prestigio ma che come ha sempre richiesto sacrifici e tanto impegno. «Nelle sedi estere, più piccole di dimensioni rispetto al “quartier generale”, si devono produrre risultati e quindi le logiche sono a breve scadenza. La responsabilità è maggiore così come lo è il livello di autonomia decisionale».
In attesa della partenza per la Cina Svara lavora in Turchia, città multiculturale che ama, anche se la nostalgia per Trieste affiora, soprattutto se si parla del mare. «Oggi ad Istanbul, che ritengo una delle città più affascinanti al mondo. È un misto di Balcani, Medio Oriente, cultura islamica, ma allo stesso tempo è una realtà proiettata verso l’Europa. Per noi triestini - racconta - è quasi un modo di ritrovare le dinamiche della nostra storia, complessa e variopinta. Mi sento a casa. Inoltre la Turchia sta facendo passi da gigante dal punto di vista economico, e lo sforzo si vede quasi quotidianamente. È un popolo orgoglioso, che vuole migliorarsi e direi che ci sta riuscendo piuttosto bene».
« Di Trieste invece – aggiunge Svara - mi mancano il clima, la Barcolana - perché sono un velista - e il carattere della città. E forse il suo eterno immobilismo. Posso tornare anche dopo vent’anni e ritrovare le stesse cose di sempre, quasi immutate. Alla fine penso sia una città che comunque mi garantisce serenità. Ma dopo qualche settimana – conclude - ho voglia di ripartire di nuovo. Sarà lo spirito marinaro di noi triestini...»
Micol Brusaferro
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