Dall’ex Meccanografico alle ville Le venti incompiute di Trieste

Fallimenti delle imprese, affari andati male, conti in banca in rosso, la burocrazia che mette i bastoni fra le ruote: sono almeno 20 gli immobili in giro per la città che rimangono in balia di cantieri infiniti. Da Rozzol a Grignano non c’è differenza. Sono stati versati chili e chili di cemento rimasti in attesa di una fine lavori mai giunta. E sono stati investiti milioni di euro, forse buttati al vento. Il tour tra le incompiute, a Trieste, quasi tutte di proprietà di privati, è basato anche sulle segnalazioni delle sette circoscrizioni che sono a stretto contatto con il territorio. Proprio dalla mappatura puntuale di Alex Pellizer, consigliere della quinta circoscrizione, ma anche architetto, che ha redatto per il master “Temporiuso” al Politecnico di Milano, si scoprono edifici abbandonati ma anche i cantieri incompiuti nell’area della sua circoscrizione, vale a dire San Giacomo e Barriera vecchia. In via Molino a vento compaiono due edifici. Il primo, all’altezza circa del numero 47, si presenta con finiture esterne complete ma all’interno è rimasto al grezzo. Non ci sono cartelloni che indichino il committente né l’impresa dei lavori, dati questi invece presenti su un foglio appeso davanti a una palazzina poco più avanti, sull’altro lato della strada, che vede un’impresa con sede a Giarizzole quale proprietaria, irraggiungibile però al telefono. «Io non ho mai visto nessuno lavorare all’interno», afferma Pellizzer.
Altra incompiuta: si trova all’angolo tra via Ginnastica e via Nordio. Una struttura particolare che sembrerebbe aver ospitato in passato una banca. Non finisce qui la lista. L’esempio più eclatante della periferia Est triestina è forse l’ex Maddalena. I lavori del comprensorio, un tempo dell’Azienda sanitaria, con la proprietaria Generalgiulia 2 che ha richiesto il concordato preventivo in tribunale, sono iniziati nel 2011 ma non sono mai finiti. Solo recentemente è spuntato un possibile salvatore, l’imprenditore veneto Francesco Fracasso, che potrà intervenire con un aumento di capitale per la realizzazione di tre strutture commerciali.
Nelle principali arterie cittadine languono da tempo altri tre immobili. In primis l’ex Meccanografico, oggi previsto nel piano alienazioni del Comune per il 2019 dall’assessore Lorenzo Giorgi. Si tratta di un edificio un tempo di proprietà delle Ferrovie, acquistato dal Comune, con cantiere iniziato 25 anni fa e mai terminato. Quasi sulle Rive, all’angolo tra via Lazzaretto e salita al Promontorio, è da anni vuoto, con lavori rimasti a metà, un altro ampio complesso di tre e più piani. Il presidente della Quarta circoscrizione Riccardo Ledi, dalle informazioni che ha ricavato, parla di un progetto per una casa di riposo e anche in questo caso di una ditta fallita. In via Cavana, all’incrocio con via Venezian, l’occhio cade su un altro edificio. Lo scheletro vuoto è della Immobiliare Cavana srl da una decina d’anni, una delle società del gruppo trevigiano Lucchetta. La crisi ha completamente bloccato il cantiere. Disabitati in piazza Cavana risultano due imponenti edifici della famiglia veneziana Lorenzon. Gli esterni sono perfetti. Mentre in via delle Mura resta l’impalcatura di una casa che ormai è un rudere, o forse lo è sempre stato: la causa anche in questo caso è il fallimento della ditta. Poco più su, in via Giustinelli, la casa ecologica per eccellenza resta ancora in fase di lavoro. Davanti infatti c’è da almeno una decina d’anni una gru, che un anno e mezzo fa ha avuto pure un cedimento.
Dall’altra parte della città, in via Pietraferrata, un palazzo fantasma sorge su un terreno dell’Edilfriuli, dicono i vicini di bottega. Per anni il terreno è stato occupato da un campo nomadi. Nella stessa area, zona della settima circoscrizione, sopra via Rio Primario, in via San Sabba, all’altezza del civico 16 s’incontra una struttura in cemento: «Non sappiamo chi l’ha costruita in fretta e furia a dicembre scorso, dopo anni in cui il terreno era abbandonato e poi sono spariti tutti», dice una persona che lavora nelle vicinanze. Anche la sesta circoscrizione, a Rozzol Melara, ospita un incompiuto, precisamente in via Holan: il sogno di un centro di aggregazione giovanile è stato fermato dal fallimento di una ditta, ora rilevata dalla Pertot srl Ecologia e servizi, che avvierà il cantiere su un nuovo progetto dell’architetto Eugenio Meli.
Gretta e tutta l’area che racchiude la terza circoscrizione raccolgono diversi cantieri incompleti. A partire da via della Mandria, dove ci sono due edifici, un complesso di villette a schiera e un grande immobile completamente abbandonati. «Sono almeno quattro anni che non vediamo nessuno e abbiamo paura che la gru ci cada addosso». Non finita è anche la villa a picco sul mare in via Bruni, perpendicolare di via Bonomea. «Sono sette anni – spiega il dirimpettaio – che non vanno avanti». Anche il residence costruito alle spalle del maestoso hotel Greif, a Barcola, è stato realizzato ma poi mai abitato. Perché? E anche in via del Pucino, a Grignano, resta in sospeso il destino di una villa. Nemmeno l’altipiano rimane indenne dai lavori a morsi. In via dei Salici, spiega il presidente della circoscrizione Altipiano Est Marko De Luisa, «i lavori da parte di Ater con fondi comunali per la riqualificazione di una dolina e la realizzazione di un’area verde attrezzata sono fermi da più di un anno». Il direttore dell’Ater Antonio Ius spiega che si è trovata una soluzione ora al vaglio del Comune. Non mancano poi le strade al palo per rimpalli su rimpalli: non parte il cantiere per il ripristino di un muro ceduto tra Padriciano e Gropada, passato di mano dalla Provincia alla Regione a Fvg Strade.
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