Dall’ex sede Fs all’hotel Obelisco: i gioielli riportati all’asta dal 2020

TRIESTE Nei primi mesi del 2020 potrebbe cambiare il destino di due storici edifici della città: l’ex sede delle Ferrovie dello Stato e l’ex hotel Obelisco, all’asta rispettivamente il 7 gennaio e il 26 febbraio. Ma il condizionale è d’obbligo. Da una parte l’imponente fabbricato di piazza Vittorio Veneto dovrà trovare un acquirente pronto a sborsare 9 milioni e mezzo di euro, dall’altra il vecchio albergo, da decenni abbandonato, affronterà l’ennesimo tentativo di vendita, dopo i tanti andati a vuoto nel corso del tempo.

Per entrambi le cifre sono state ribassate. Ancora una volta. E il 2020 segnerà il ritorno sul mercato anche di altri beni immobiliari, tra caserme sull’altipiano e altri palazzi che non hanno trovato un nuovo proprietario nel 2019 e che probabilmente, anche in questi casi, saranno proposti sul mercato con un prezzo di partenza più basso. Si comincia il 7 gennaio con il maxi immobile ex sede delle Ferrovie dello Stato, descritto online come: «Complesso immobiliare di notevole interesse storico e architettonico, in pieno centro di Trieste e in adiacenza alle principali strutture pubbliche ed economiche della città.
Si sviluppa su 5 piani e sottotetto, 17.800 mq circa, di cui circa 14 mila destinati ad uffici». Il palazzo è stato realizzato nel 1895 dall’architetto Giacomo Sagors. Tra i vari livelli la struttura conta anche su un appartamento utilizzato un tempo come alloggio, da 250 metri quadrati, un cinema-teatro da oltre mille metri quadrati al pianto terra, un bar da 300 mq e una mensa, da oltre 500. Erano stati oltre 15 i milioni richiesti nel 2015 e 12 nel 2017.
Il 26 febbraio sarà il turno del “complesso alberghiero ex Park Hotel Obelisco”, che comprende un’area di 61.918 metri quadrati. Prezzo base fissato a un milione e 125 mila euro. Lo scorso 6 marzo il tribunale di Milano aveva ritentato la vendita del comprensorio, ormai in totale stato di abbandono dal 1979, partendo da 2 milioni di euro. Senza successo. Nel 2010 era stato proposto a 4 milioni e 573 mila euro. Nel luglio del 2017 a 2,6 milioni. Nel frattempo il sito continua ad attirare curiosi, che arrivano anche da fuori città per immortalare tutto, foto che finiscono puntualmente tra social e web. Ad affascinare non è tanto la palazzina fronte golfo, quanto l’area della piscina, ridotta ormai a uno stagno maleodorante, circondata da costruzioni particolari, piccoli fabbricati dalla forma originale, ormai sventrati e pieni di immondizie, ma che conservano ancora qualche segno del passato. Come una piccola tenda, con il nome dell’hotel. Tutto il resto è in condizioni pessime, come i campi sportivi, ormai divorati dalla vegetazione. A catturare l’attenzione delle persone è anche la lunga storia dello spazio. Costruito a fine ’800 come Stazione di Posta, dove era fissato il cambio dei cavalli del servizio postale, dai primi anni del ’900 era diventato un albergo, più volte ampliato. Poi la chiusura, la caduta nell’oblio e i danni dovuti a vandali e agli inevitabili agenti atmosferici.
Restano poi beni di proprietà del demanio invenduti nel corso del 2019, di dimensioni non troppo elevate, con l’aggiunta di spazi esterni alle volte ampi, come alcune caserme dell’altipiano o altre tipologie di edificio, ad esempio l’ex scuola di Caresana. Strutture per le quali saranno fissate online nuove date per le aste. Con la speranza che qualcuno possa farle rinascere, con destinazioni diverse rispetto a quelle originali. —
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