Davide ex operaio De Franceschi: «Manco a rate posso fare acquisti»

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L’atrio del municipio si riempie. I lavoratori guardano la mappa delle ditte presenti e iniziano a effettuare i colloqui coi responsabili delle imprese della navalmeccanica. Anche Davide Soranzo si è presentato con i suoi curriculum. È uno degli ex dipendenti del mulino De Franceschi di via Bagni nuova coinvolti nelle difficoltà dell’azienda molitoria – poi rilevata dalla pugliese Casillo – esplose nel 2015. I tre anni trascorsi dalla perdita di un impiego svolto per 15 anni non sono stati facili, anche se Davide, 47 anni, è riuscito a “reinventarsi”, come racconta, grazie soprattutto a un progetto di Lavoro socialmente utile svolto nel Comune di Ronchi. «La mobilità nel frattempo è finita per me come per gli altri – dice –, ma grazie al progetto di Lsu poi ho avuto modo di essere stato assunto in modo interinale nello stesso Comune, di essere coinvolto ora in un progetto per l’Unione territoriale intercomunale e di formarmi una nuova professionalità».

Nel mulino De Franceschi Soranzo, impiegato tecnico, si occupava del controllo di qualità e delle certificazioni Iso. «Il primo impatto dopo la perdita del lavoro è il vuoto totale – racconta –. Si perde la quotidianità. Si cerca di non far pesare come ci si sente sulla famiglia. E quindi l’importante è rimboccarsi le maniche e non fossilizzarsi, dandosi magari da fare anche al di là del lavoro». Quanto Soranzo, ex giocatore di pallavolo, fa dando una mano alle giovanili maschili della Fincantieri volley. Senza un lavoro stabile, però, difficile pensare al futuro, anche nei suoi aspetti più spiccioli. «Io posso contare sulla Naspi perché ho avuto dei contratti a termine, ma comunque si tratta dei due terzi dello stipendio – spiega –. Non si può programmare, nemmeno se si tratta di comprare una lavatrice a rate». L’ex impiegato di De Franceschi spera ancora che la riconversione dell’attività molitoria di via Bagni nuova da parte di Casillo consenta un recupero di occupazione e in particolare degli ex dipendenti ancora senza impiego certo (una quarantina). «Vorrei rientrare nella mia azienda – dice –, perché in caso contrario saranno 15 anni di professionalità buttati via». Anche se Soranzo ha cercato di costruirsene un’altra in questi tre anni. «Grazie all’Lsu nel Comune di Ronchi ho potuto frequentare dei corsi con Insiel e specializzarmi nella gestione del patrimonio e del catasto – afferma –. E adesso sto studiando per fare un concorso indetto dal Comune di Monfalcone. Se utilizzati bene, i progetti di Lsu sono stati utili. Peccato che ora questo strumento di fatto non funzioni più perché ancora legato alla mobilità, scomparsa». Anche Abdul Wadud è un ex De Franceschi, che nel mulino ha lavorato per oltre 15 anni. Tra i primi bengalesi nel ’98 a Monfalcone, dove vive con moglie e figlia, l’ex operaio di 49 anni guarda perplesso i banchi delle ditte navalmeccaniche, in cui non ha mai lavorato. «Purtroppo ho 4 by pass e non posso svolgere lavori pesanti – spiega, rigirando tra le mani il curriculum –. Non so davvero cosa può saltare fuori». —

LA. BL.

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