Decesso del medico austriaco per il monossido killer a Trieste: sequestrata anche la mansarda
Posti i sigilli dalla Squadra mobile all’ultimo piano della casa di via Crispi. I Vigili del fuoco: niente gas per metà edificio
![I sigilli all'edificio Foto Andrea Lasorte](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1gbi2tf3w2s9las8t44/0/p_20250102_114340.webp?f=16%3A9&w=840)
La Squadra mobile ha sequestrato anche l’appartamento del quinto e ultimo piano di via Crispi 5, il palazzo in cui la sera del 30 dicembre era morto il sessantatreenne austriaco Berndt Urlesberger, professore e medico, da poco in pensione, del reparto di Neonatologia del Centro universitario LKH di Graz da alcuni mesi impegnato in una clinica privata. L’uomo era stato ucciso da un’intossicazione di monossido di carbonio, da quanto risulta dovuta a un guasto alla caldaia installata nell’alloggio sottostante, cioè al terzo piano, o a un problema alle tubazioni collegate compresa la canna fumaria. Quella sera erano state visitate dal 118 altre dieci persone che occupavano lo stabile: quattro – tra cui la moglie della vittima soccorsa in condizioni preoccupanti (in stato confusionale a causa delle inalazioni, era stata salvata in tempo) – avevano avuto bisogno di cure ospedaliere specifiche: il trattamento in camera iperbarica.
Sigillo sugli alloggi
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Al momento, quindi, i sigilli sono comparsi sulle porte degli alloggi del terzo piano, dove si sarebbe verificata la fuoriuscita del gas killer, quello del quarto in cui è deceduto il medico austriaco e ora al quinto, una mansarda, dove la sera del 30 erano state fatte evacuare le quattro persone presenti in quel momento in casa. I pompieri, considerando la situazione di pericolo, hanno intercettato la mandata principale della tubazione del gas dell’appartamento del terzo piano, dove appunto era stata rilevata la concentrazione maggiore di monossido, proprio in prossimità della caldaia a condensazione utilizzata per il riscaldamento.
Chiuso il gas
Ma ora tutte le abitazioni situate sulla stessa ala dell’alloggio in cui era stata riscontrata la fuga di monossido, non possono usare il gas domestico. La prescrizione è stata comunicata dal Comando dei Vigili del fuoco ai residenti con un avviso lasciato su ogni singola porta: si tratta, in particolare, di una «diffida all’utilizzo degli impianti a gas degli appartamenti sul lato destro dello stabile salendo le scale, prima dell’avvenuta verifica da parte di tecnico abilitato degli impianti di riscaldamento a gas e delle canne fumarie in uso alle caldaie». Questo, precisa l’avviso, «ai fini della sicurezza e dei lavori di ripristino e messa a norma degli impianti». Il mancato rispetto della disposizione comporterà «la segnalazione all’autorità giudiziaria».
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La nomina di un perito
Il Comando provinciale dei Vigli del fuoco ha inviato un’informativa alla Procura che, a sua volta, nominerà un perito. Il tecnico incaricato dall’autorità giudiziaria dovrà localizzare il punto preciso della fuoriuscita del gas, innanzitutto con una verifica della caldaia così accertare la presenza di un eventuale guasto. Anche se, da quanto risulta, l’impianto è di nuova generazione ed era stato installato nel 2021; l’ultima manutenzione risale a maggio scorso.
Verifiche su caldaia ed edificio
Oltre alle verifiche sulla caldaia, sarà necessario rompere il contro soffitto dell’appartamento, proprio quello del terzo piano, controllare se ci sono problemi alle tubazioni e ai vari collegamenti. Non solo. Il tecnico dovrà poi procedere con un’ispezione sul tetto e quindi sulla canna fumaria del condominio. Non si esclude, infatti, una possibile ostruzione. D’altronde il monossido si può diffondere pericolosamente proprio a causa di un impedimento nel camino. Che quindi, anziché far fuoriuscire il gas all’esterno, lo scarica negli ambienti.
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