Delitto di Padriciano, chiesti i “domiciliari” per Simsig

A neanche 2 anni dall'uccisione di Tiziana Rupena, il gruista potrebbe uscire dal carcere Il 26 settembre la decisione dei giudici
Lasorte Trieste 21/12/12 - Tribunale, Giulio Simsig
Lasorte Trieste 21/12/12 - Tribunale, Giulio Simsig

Un futuro dietro le sbarre oppure nella casa del figlio che si è manifestato disponibile a ospitarlo? Carcere o domiciliari per Giulio Simsig, 49 anni?

Sergio Mameli, il difensore dell’ex gruista della Fincantieri che l’11 settembre di due anni fa ha ucciso a coltellate a Padriciano la sua ex convivente Tiziana Rupena dopo essersi arrampicato - con la lama in pugno - fino al balcone del primo piano della villetta dove viveca la sua ex compagna - ed è stato condannato dalla Corte d’Appello a 16 anni e 8 mesi, sta giocando il tutto per tutto per portarlo fuori dal Coroneo. E sul piatto ha messo le ultime carte giudiziarie che potrebbero anche - a neppure due anni dall’omicidio - portare non solo a una diminuzione consistente della pena, ma anche a una detenzione meno punitiva. E in futuro forse anche alla libertà.

L’istanza di revoca dell’ordinanza della Corte d’Appello (che aveva rigettato la richiesta di sostituzione del carcere con i domiciliari) è stata presentata discretamente qualche giorno fa dall’avvocato Sergio Mameli. Sembrava che fosse questioni di giorni. Ma ieri l’istanza non è stata accolta, neanche respinta a dire il vero. Tutto fermo. Il collegio presieduto da Raffaele Morvay e composto da Giorgio Nicoli e Riccardo Merluzzi ha pronunciato un’ordinanza di rinvio al prossimo 26 settembre disponendo infatti l’acquisizione di ulteriore materiale probatorio dai giudici della Corte d’Appello relativo all’omicidio di Tiziana Rupena e alla personalità dell’assassino.

Questa decisione anche tenendo conto del contenuto della sentenza della Corte costituzionale che impone l’obbligo del carcere a meno che non emergano positivi e specifici elementi che consentano ai giudici di disporre una misura meno punitiva e cioè i domiciliari a Giulio Simsig.

L’avvocato Mameli nel suo ricorso ha rilevato che la condotta di Giulio Simsig seppur violenta, è stata caratterizzata dal dolo d’impeto e quindi «una forma meno intensa di dolo». Inoltre ha osservato che la Corte costituzionale ha dichiarato che «la particolarità dei reati contro la persona come l’omicidio è data dalle diverse sfaccettature che ogni singolo caso può avere». Pertanto si impone una valutazione «che non può essere a priori la custodia in carcere».

Nello specifico Mameli ha rilevato l’assoluta impossibilità di reitazione del reato e l’inesistenza del pericolo di fuga in quanto Simsig subito dopo l’omicidio si era consegnato spontaneamente ai carabinieri».

Ma ci sono altri elementi che, in linea teorica, potrebbero portare alla concessione dei domiciliari per Simsig. Il fatto che non ha precedenti per episodi di violenza e che secondo la Suprema Corte in casi come questo non si può parlare di pericolosità sociale. Non solo. Non risulta essere un alcolista e non c’è motivo di ritenere che violi gli obblighi dei domiciliari eventualmente a casa del figlio.

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