Delitto di Pordenone, martedì l'interrogatorio di Ruotolo

PORDENONE Novità sulle indagini per l’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone: due persone risultano essere state indagate nel contesto degli accertamenti giudiziari. Sono i due coinquilini del sospettato numero uno, Giosuè Ruotolo, anche se - a quanto riferiscono gli inquirenti - la loro iscrizione è solo un atto dovuto e il fascicolo a loro riferito sarebbe già stato archiviato. Il provvedimento dell'iscrizione nel registro degli indagati era stato predisposto perché gli investigatori nella giornata di mercoledì 30 settembre hanno sequestrato un altro computer nell'appartamento dove Giosuè Ruotolo viveva con i due commilitoni. Essendo una dimora condivisa, i carabinieri hanno notificato il provvedimento di sequestro anche agli altri due inquilini: insomma, una pura formalità.

Intanto fioccano testimonianze e retroscena. «Abbiamo saputo che una signora smentisce la versione di Giosuè Ruotolo - ha affermato la conduttrice di un programma televisivo a diffusione nazionale - e racconta che il caporal maggiore e le due vittime, contrariamente a quanto affermato da Ruotolo, spesso uscivano insieme dopo la palestra e venivano a prendere l’aperitivo nel suo locale».
Gli inquirenti, inoltre, avrebbero trovato a casa della famiglia di Ruotolo una collezione di armi d’epoca simili a quella considerata l’arma del delitto. Se dovessero scoprire l’eventuale mancanza di un’arma da questa collezione inevitabilmente la posizione di Ruotolo si aggraverebbe.
Nel frattempo si apprende che è in programma per martedì 6 ottobre l'interrogatorio di Giosuè Ruotolo. La notizia arriva dai legali del militare indagato per il duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone.
L'indiscrezione è stata confermata dalla Procura della Repubblica di Pordenone. Sarà la prima volta che il commilitone ed ex coinquilino di Trifone Ragone risponderà agli investigatori in veste di indagato: le tre volte precedenti era sempre stato ascoltato solo come persona informata sui fatti. Per martedì c'è la convinzione che siano già disponibili anche i primi riscontri degli esami eseguiti dai Ris di Parma sulla presenza di eventuali tracce sulla pistola che ha fatto fuoco, rinvenuta nel laghetto del parco di San Valentino e già individuata come l'arma del delitto.
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