Di Brazzano, un volume sulle battaglie navali

L’autore si è concentrato sul ruolo della Marina militare durante la prima guerra mondiale

Il genio dell'italiano si eleva spesso sopra le forme di assetto e organizzazione, soprattutto di quelle disegnate in campo militare. Messaggio forte e chiaro, degno proprio di un ex ufficiale della Marina, quello di Orio Di Brazzano, lo scrittore triestino del testo “La Grande guerra nel Mare Adriatico” (Luglio Editore), suo quinto lavoro nel vasto ambito della ricerca tra i conflitti mondiali e i legami con uomini e mezzi della regione e delle terre limitrofe, opera presentata ufficialmente nel corso di un incontro tenutosi nella sede della Lega Nazionale, alla presenza dell'autore e dello storico Lorenzo Salimbeni. Un viaggio intenso e un tomo corposo. È di oltre 440 pagine infatti il volume che Orio Di Brazzano tratteggia tuttavia in maniera abbastanza snella, gratificandolo di mappe, foto, documenti, carteggi e soprattutto di un linguaggio popolare, accessibile anche per non contempla abitualmente la storia. Dopo aver riletto, nelle precedenti fatiche editoriali, le trame della battaglia di Caporetto ed esplorato caverne, trincee e rifugi, Orio Di Brazzano – ingegnere navale e meccanico, classe 1922, già Ufficiale del Genio della Marina ma animato anche dalla passione per la montagna – sposta il raggio d'azione e scruta gli orizzonti marittimi, i teatri del fronte bellico della prima guerra mondiale, versante forse poco investigato dalla storiografia moderna, sedotta maggiormente dall'epica degli scontri avvenuti tra il Carso e le zone dell'Isonzo.

Le forze in campo, le unità navali, le alleanze, gli intrecci politici e i fari puntati sulle dinamiche del sommergibile, una sorta di “primo attore” dell'epoca, mezzo militare sommerso dalle acque ma mai dalle cronache in atto nel Mare Adriatico. L'autore si immerge in questa traccia, coinvolge tutti i protagonisti del conflitto ma assegna debitamente alla Marina militare italiana una chiave determinante, quanto forse semisconociuta, verso il successo finale. Come? Dando maggiore rilievo all'estro del combattente che al ruolo della organizzazione: «Anche in questo caso direi che l'individuo emerge in modo significativo – ha sottolineato Orio Di Brazzano a margine dell'incontro nella sede della Lega Nazionale – Ho studiato anche le caratteristiche generali degli alleati e dei vari Paesi in campo ma nella mia ricerca ho notato una diversità nella organizzazione tra la società dell'Italia dell'epoca e quella privata. Il genio del nostro soldato finisce per prevalere – ha concluso – come sempre». (f.c.)

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