Dimesso l’operaio trovato ferito in strada a Grado: mistero sull’incidente

All’ospedale di Udine sono stati esclusi traumi particolarmente gravi. Resta il mistero sul luogo e le circostanze dell’incidente

Antonio Boemo
Il distributore di via Foscolo davanti a cui è stato scaricato l’operaio
Il distributore di via Foscolo davanti a cui è stato scaricato l’operaio

È stato dimesso dopo 36 ore trascorse all’ospedale di Udine l’operaio egiziano caduto da una scala da circa 3 metri di altezza (questa almeno la versione fornita dall’uomo) e lasciato poi in strada davanti a un distributore di benzina di Grado. Le ferite riportate durante l’incidente che, in un primo momento, erano apparse molto gravi tanto da far scattare il trasferimento in elicottero in codice rosso, si sono rivelate fortunatamente meno critiche del previsto.

Cade da tre metri in cantiere a Grado: operaio caricato in auto e abbandonato in strada
Il distributore di via Foscolo a Grado davanti al quale è stato abbandonato l’operaio egiziano ferito

Mistero sull’accaduto

Resta invece avvolta nel mistero la dinamica dell’episodio, sulla quale stanno indagando i Carabinieri di Grado coordinati dalla Procura di Gorizia. Indagini che, in questa fase, procedono a 360 gradi senza escludere alcuna ipotesi.

Compresa quella secondo cui il 53 enne egiziano potrebbe essersi ferito non in un cantiere, bensì al di fuori dell’ambito lavorativo. Una ricostruzione, però, in contrasto con la versione fornita dall’uomo subito dopo la richiesta d’aiuto rivolta al personale della stazione di servizio di via Foscolo.

L’unica certezza nella complicata vicenda, infatti, rimane questa: dopo l’incidente, l’operaio non è stato portato al Pronto soccorso o in qualche ambulatorio medico, bensì fatto salire a bordo di un’auto e “scaricato” poi davanti a una pompa di benzina.

Le domande senza risposta

Chi l’ha portato lì e perché? Forse un datore di lavoro o un capocantiere che temeva di passare dei guai chiamando i soccorsi per un operaio assunto in nero? O colleghi di lavoro, a loro volta non in regola, preoccupati di perdere anche quello straccio di impiego? Domande al momento, ancora senza risposta.

Da quanto si è riusciti a sapere l’uomo, residente a Milano e in possesso di un valido permesso di soggiorno, era in questo periodo al lavoro con una ditta di Trieste. Non è nemmeno escluso, quindi, che l’incidente sia avvenuto nel capoluogo giuliano o in qualche vicina località carsica.

E la richiesta di aiuto a Grado allora? Magari l’uomo, in questo momento, abitava proprio a Grado insieme ad altri colleghi. Gli stessi che forse non si sono resi conto subito del dolore accusato dall’egiziano. Dolore diventato via via più forte durante il viaggio in macchina di ritorno da Trieste a Grado, dove poi è avvenuta la “consegna” dell’uomo al personale del distributore di benzina.

L’appello per la sicurezza

Insomma i nodi da sciogliere per fare luce restano ancora tanti. Ma intanto c’è già chi, prendendo spunto dall’episodio, invita ad alzare la guardia sul fronte sicurezza nei cantieri. «Se venisse confermata l’ipotesi dell’omissione di soccorso di un operaio assunto in nero, ci troveremmo di fronte ad un crimine contro la persona e il lavoro - afferma la segretaria regionale del Pd Caterina Conti -. Un caso che, fatto salvo l’esito non mortale, ricorda purtroppo da vicino quello di Satnam Singh, che ha agghiacciato l’Italia. Gli inquirenti accerteranno i dettagli dell’evento e confido venga fatta chiarezza su un fatto che, appunto se confermato nelle coordinate iniziali, riporterebbe alla luce un ambito di grave illegalità. Del resto anche in Friuli Venezia Giulia c’è una realtà sommersa – aggiunge - di lavoro nero, sfruttamento, caporalato, che si approfitta del bisogno dei lavoratori, e qui potrebbe esserci anche l’omissione di soccorso. Serve più forza per combattere una realtà criminale che sfrutta i lavoratori e danneggia le imprese sane che rispettano le regole». —

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