Diportista triestino morto a Monfalcone: fatale l’inalazione dei solventi
Ellero aveva un deficit olfattivo: probabile che, sentitosi male mentre lavorava in barca, sia salito in coperta e caduto in acqua
Gli è stata con ogni probabilità fatale l’anosmia, la perdita della capacità di sentire gli odori. Silvano Ellero, il diportista triestino di 74 anni dato per disperso la sera prima e recuperato martedì verso mezzogiorno dalla Guardia costiera nelle fredde acque del canale Est-Ovest, aveva smarrito l’olfatto. Un particolare riferito dalla moglie, che ha reso poi sempre più accreditata, assieme a un’altra serie di circostanze, l’ipotesi fin dall’inizio serpeggiata che lo sfortunato pensionato, ex elettricista all’Alcatel, residente in via Bonomea, fosse rimasto vittima di un’eccessiva, inconsapevole inalazione di solventi, a bordo della sua Sea witch: la barca di 9,5 metri ormeggiata da circa un anno all’Ocean marine di Monfalcone. Ellero aveva infatti perso l’olfatto diversi anni prima, a seguito di una lesione riportata.
Propendendo gli inquirenti nettamente per l’ipotesi accidentale, la magistratura non ha quindi ritenuto di dover disporre ulteriori approfondimenti sulla salma, come l’esame autoptico, corpo che comunque non presentava, da una prima ispezione cadaverica condotta dal medico legale, lesioni o traumi evidenti. Sicché, lo si è appreso ieri, c’è ora il nulla osta alla sepoltura: la famiglia può organizzare il funerale del proprio caro.
Le ricerche di Ellero erano partite subito dopo la denuncia resa alla Questura giuliana dalla moglie Eleonora Montanari, che allertata dal mancato rientro all’ora di cena del coniuge, un fatto inconsueto, subito si era rivolta alle forze dell’ordine. Si erano quindi attivati lunedì sera il Commissariato di Polizia di Monfalcone e il Distaccamento dei Vigili del fuoco di via San’Anna.
I colleghi sommozzatori del Nucleo soccorso subacqueo acquatico di Trieste avevano iniziato già la notte a scandagliare la darsena, dove l’acqua arriva a una profondità di nove metri. Poi le perlustrazioni erano riprese all’alba ed erano proseguite fino all’avvistamento della vittima, un metro sotto il pelo d’acqua, negli specchi antistanti lo stabilimento di Valle Ca’ Zuliani, in un punto in linea d’aria a circa 200 metri dal marina. Il pensionato, la mattina prima, aveva lasciato Trieste e sulla sua moto aveva raggiunto l’Ocean al Lisert. Doveva effettuare alcuni piccoli lavori di manutenzione, in previsione della Barcolana che si terrà domenica 13. Dagli oggetti ritrovati a bordo della Sea witch, dove erano rimasti anche documenti e cellulare del pensionato, i soccorritori avevano dedotto che l’uomo fosse impegnato in alcune pitturazioni del bagno. Di qui il probabile malore che l’avrebbe colto. Ellero, privo di olfatto, non si sarebbe infatti accorto di aver inalato, suo malgrado, una dose eccessiva di solventi. Avvertendo dei capogiri, si sarebbe proiettato sulla coperta e, forse per recuperare ossigeno, si sarebbe sporto troppo sul ciglio, fino a cadere nell’acqua.
Si ritiene che l’incidente possa esser accaduto tra le 10 e le 12 di lunedì, perché dopo quell’ora il pensionato non aveva più dato notizie di sé né aveva più risposto a messaggi e telefonate. Il cellulare, qualche ora dopo, era stato ritrovato dai soccorritori, nell’oramai desolata, deserta cabina della Sea witch.
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