Donna morta di freddo a Cattinara, infermiere a giudizio

Chiesto il processo per due addette del reparto dell'ospedale da cui sparì l’anziana trovata poi assiderata nel piazzale
L'ospedale di Cattinara
L'ospedale di Cattinara

All’addiaccio su un’area esterna di servizio dell’ospedale di Cattinara durante una tremenda tempesta. Era morta così, il 23 settembre dello scorso anno, Norina Gobbi. Aveva 84 anni. Quel giorno era andata a pregare nella cappella dell’ospedale e, nel tentativo di rientrare in reparto, aveva sbagliato porta, finendo nell’area esterna. Il pm Federico Frezza ha chiesto il rinvio a giudizio delle due infermiere, che erano in servizio nel reparto di clinica medica di Cattinara e che avrebbero dovuto vigilare sull’anziana in istato confusionale acuto. Si chiamano Milka Zrnic, 48 anni e Annamaria Fiorani, 35 anni. Sono difese dagli avvocati Piero Fornasaro e Daniela Lizzi. Erano in servizio la sera in cui Norina Gobbi si era allontanata per andare a pregare nella cappella. Non si erano accorte della sua assenza se non dopo svariate ore. Quando ormai era troppo tardi. Sono accusate di omicidio colposo per non aver prestato la dovuta attenzione all’anziana paziente. La data dell’udienza davanti al gip Laura Barresi non è ancora stata fissata.

Resta fuori dalla porta, muore a Cattinara
L'ingresso alla cappella al quinto piano dell'ospedale di Cattinara (Silvano)

La tragica fine dell’anziana era avvenuta durante un violento temporale, con la bora che soffiava intensamente. Per oltre otto ore l'anziana era rimasta su quell’area - che non è a uso pubblico - esposta al vento e alla pioggia. Il mattino dopo, casualmente, era stato trovato il cadavere riverso sulla pavimentazione metallica.

La struttura esterna, cui si accede utilizzando una porta antincendio, è adiacente alla cappella al quinto piano dell'ospedale. È un luogo di fuga in caso d’incendio, non certo un passaggio. Quella porta poi non era allarmata. Secondo la ricostruzione degli investigatori della Squadra mobile, l’anziana era uscita dalla cappella, utilizzando la porta che si apre dall’interno con un maniglione antipanico: insomma, aveva fatto confusione con la porta che dà sul corridoio interno dell’ospedale.

L’anziana donna era in ciabatte e vestaglia. Ma soprattutto era in precarie condizioni di salute: quando la porta col maniglione antipanico si è richiusa con un clic lasciando all'aperto, ha cercato invano di riaprirla. Ma all'esterno della porta non c'è maniglia. Sicuramente ha urlato, ma nessuno aveva potuto sentire le sue invocazioni e le sue richieste d’aiuto, coperte dal fragore dei tuoni. Poi non ce l'ha più fatta e si è abbandonata esanime sul pavimento.

Morta di freddo a Cattinara, «La porta non era segnalata»
Un poliziotto durante il sopralluogo nella cappella di Cattinara (Silvano)

Norina Gobbo si era presentata al pronto soccorso di Cattinara lunedì 20 settembre per una serie di patologie connesse alla sua età avanzata. Ne era stato subito disposto il ricovero nel reparto di Clinica medica che si trova al sesto piano per una serie di accertamenti diagnostici. La prassi consueta: erano stati effettuati i prelievi e i controlli di routine e le era stata praticata la terapia prescritta dai medici che prima l’avevano visitata. Attorno alle 18, la paziente aveva cenato. Dopo il pasto era rimasta a letto. Ogni tanto, da quanto appreso, una delle due infermiere accusate passava a dare un’occhiata. Insomma, tutto normale.

L'allarme è scattato attorno alle 23.30, quando le due infermiere si erano improvvisamente accorte che il letto della donna era vuoto. La paziente era sparita. Un’infermiera l’aveva aspettata qualche minuto. Poi l’aveva cercata invano in bagno. La donna era uscita - così avevano poi appurato gli investigatori della Squadra mobile - dalla porta principale del reparto. Sotto gli occhi di tutti. Tranquilla era scesa per le scale e si era diretta verso la cappella al quinto piano. Lo aveva fatto probabilmente per pregare, perché quella era una data particolare, quella della morte di una persona cara. Subito era partita una frenetica ricerca, ma vana. Solo alle 9 del mattino seguente, qualcuno casualmente si era affacciato da una finestra interna dai piani alti e aveva visto un corpo riverso sull’area esterna. Era il corpo di Norina Gobbi. Morta di freddo. Il medico legale aveva scritto: «ipotermia acuta in un vero e proprio letale assideramento». Disperati i famigliari: «Fatti simili non possono accadere. È inaccettabile che una paziente esca e muoia di freddo».

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