Dragogna, 4 paesini passano alla Croazia

LUBIANA. La Slovenia va avanti nell’implementazione della sentenza del Tribunale internazionale relativamente all’arbitrato sui confini con la Croazia, mentre Zagabria non batte colpo. Lubiana ha inviato alla Commissione Ue la sua lettere di denuncia che verrà depositata alla Corte di giustizia europea in merito alla vicenda ma da Bruxelles nulla ancora trapela. In Slovenia poi domenica si vota per le politiche e la “patata bollente” dei confini passerà così al nuovo esecutivo che ne deriverà.
Nelle more però c’è qualcuno che va avanti. Si tratta del Comune di Pirano che oggi delibererà la cancellazione delle arre che ricadono sotto la sua amministrazione e che si trovano lungo la sponda sinistra del Dragogna e che, proprio in base all’arbitrato internazionale, ora ricadono sotto la sovranità territoriale della Croazia. Atto amministrativo che il Comune si accinge a compiere in base alle nuove norme varate proprio dal governo uscente targato Miro Cerar nella fase di implementazione dell’arbitrato stesso. Così la Slovenia rinuncerà definitivamente agli insediamenti di Bužine, Mline,Škodeline e Škrile.
Lo Stato sloveno ha anche promesso un aiuto ai cittadini sloveni che, dopo la decisione dei giudici dell’Aja, si sono trovati al di là del confine e non hanno possibilità materiali per traslocare.«Si tratta del proseguimento logico dell’implementazione della sentenza arbitrale e ritengo che questa sia la strada giusta», commenta alle Primorske Novice l’esperto di diritto Patrick Vlačič. Gli abitanti degli insediamenti sulla sinistra del Dragogna hanno, dall’inizio del 2018, diritto a ottenere indennizzi e alcuni altri diritti, contemporaneamente però dovranno ricostruirsi un propri status.
Sta di fatto che queste persone, poche invero, si ritroveranno senzala cittadinanza slovena ma non potranno acquisire neppure quella croata in quanto Zagabria non riconosce il verdetto arbitrale e quindi neppure i conseguenti passi amministrativi già posti in attuazione dalla Slovenia. Insomma si rischia di trovarsi di fronte a una sorta di nuovi “cancellati”. E del rischio è be conscio l’indistruttibile Joško Joras il quale da tempo non sospetto continua a sostenere di vivere al civico 1 di Sicciole nel Comune di Pirano.
«Il comportamento del nostro Stato - dichiara a Primorske Novice - così come sembra anche quello del Comune sono anticostituzionali e illegali, si tratta di un abbandono delle competenze». Jorajs annuncia anche di aver denunciato alla Corte costituzionale proprio le norme emanate dal governo di Lubiana relative all’implementazione della sentenza arbitrale. «La Slovenia già una volta ha cancellato i propri cittadini e ne ha pagato le conseguenze - conclude Joras - se succederà questo anche a me pretenderò la restituzione dei miei diritti».
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