Droga a minorenni, sette pusher in aula

Una diciottenne triestina era stata coinvolta come “corriere” dal gruppo di stranieri. Andava a prendere la roba a Udine
Lasorte Trieste 02/08/17 - Piazza Garibaldi, Guardia di Finanza, GdF, Controllo del Territorio
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Richiedenti asilo, ma soprattutto pusher della droga. Talmente integrati da conoscere perfettamente il territorio. Con uno di questi personaggi così evoluto da “assumere” una ragazza di diciotto anni, triestina, come corriere per far fronte alle esigenze della banda. Isabelle Zanier, questo il nome della ragazza, andava a Udine a prendere l’hashish destinato ai minorenni. Luoghi di spaccio le Rive ma anche piazza Oberdan e piazza Libertà.


Nei guai sono finiti in sette tra afgani e pachistani oltre alla ragazza triestina. I nomi sono quelli di Nangyalai Afghan, 27 anni; Arshad Khan, 23 anni; Umer Sharif, 22 anni; Tariqaziz Yousafmal, 21 anni; Asif Mohammed Sarwari, 19 anni; Dilal Muhammad, 24 anni e - unica italiana - Isabelle Zanier, 18 anni. Sono tutti accusati a vario titolo dal pm Federico Frezza, il magistrato titolare delle indagini eseguite dai finanzieri, di spaccio di droga, in genere di hashish. Spesso destinata a minori. Domani compariranno davanti al gip Giorgio Nicoli per l’udienza preliminare.


A tutti il pm ha proposto il patteggiamento. Le pene variano da due anni e sei mesi di reclusione a un anno e sei mesi. Sono difesi dagli avvocati Andrea Cavazzini, Roberto Corbo, Cristina Birolla, Roberto Mantello, Walter Zidarich, Alessandro Cuccagna e Domenico Lobuono.


La vicenda - venuta alla ribalta nella scorsa primavera - è parallela, nell’ambito dello stesso fascicolo, a quella del pusher afgano che per rifornirsi di hashish da spacciare andava a Milano utilizzando il servizio di BlaBlaCar. Chiedeva un passaggio da Trieste a Milano e viceversa a bordo di un’auto privata. Tutto questo utilizzando la piattaforma web del servizio di car pooling. Il vantaggio, così riteneva il corriere, era indubbio. Perché l’auto utilizzata non poteva certo essere controllata dagli investigatori come succede con una vettura riconducibile a un’unica persona. Ma gli è andata male. Perché gli inquirenti che lo tenevano sotto controllo dopo qualche tentativo hanno capito il trucco. Così in breve sono scattate le contromisure. Grazie alla collaborazione della stessa società francese che appunto si occupa di car pooling il sospettato è stato tenuto sotto stretto controllo. Alla fine - inevitabile - il blitz dei finanzieri.


Tornando all’altro caso, dalle intercettazioni è emersa un’attività frenetica degli spacciatori. Dice uno di loro a un “collega”: «Arriverà un mio amico, fai con lui. È il ragazzo che è venuto la scorsa volta. Ci incontriamo poi vicino all’ospedale». E ancora aggiunge: «Mi servono 100 pezzi. I ragazzi della volta scorsa sono stati fermati e messi in carcere. Mando una mia amica. Dai il numero di telefono alla mia amica e dille che la incontro dove sai tu, dove ci sono le bici in fila».


Insomma avevano messo in piedi la stessa struttura operativa realizzata da altri pusher che da tre anni a questa parte si sono via via insediati in vari luoghi di Trieste dal molo Audace a via Geppa. Ma anche in piazza Oberdan. A incastrare i pusher sono state le deposizioni di decine di clienti, soprattutto minorenni, una volta fermati dopo l’acquisto. Che avveniva quasi ogni settimana, non appena la droga giungeva da Milano o da Udine portata da Isabelle Zanier. Arrivava il pusher e consegnava le bustine a fronte del pagamento. Di fronte a tutti, senza problemi. Scene fotografate dagli investigatori simili alla distribuzione dei volantini o delle cartoline pubblicitarie.


Ora è arrivato lo conto. Che corona mesi di attività antidroga: complessivamente nel 2017 la Guardia di finanza ha eseguito in centro 71 sequestri intercettando la cessione di tremila dosi di varia tipologia. Hashish, marijuana, cocaina e anche anfetamine.


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