Mille droni in cielo per l’estate 2026 a Trieste, ma a Capodanno tornano i fuochi d’artificio

Dopo l’evento che ha portato in piazza oltre 10 mila persone ora si punta a uno show più imponente. Una scelta non replicabile a fine anno vista la variabile meteo. Valutazione sui costi dello spettacolo

Laura Tonero
Il simbolo di Trieste in mezzo ai piloni (Silvano)
Il simbolo di Trieste in mezzo ai piloni (Silvano)

«Per il 2026 si punta a uno show con mille droni». L’assessore alla Cultura Giorgio Rossi rilancia, reduce dal successo in termini di pubblico dello spettacolo dello scorso venerdì sera. E anticipa che già a margine dell’evento, capace di trascinare in piazza Unità e sulle Rive oltre 10 mila persone, si è rivolto all’azienda che ha messo in scena quel gioco di luci e musica, la Drone Show di Latina, avanzando la richiesta di una proposta e di un preventivo per la prossima estate.

Con l’obiettivo di uno show dall’impatto ancora più importante. «Lo spettacolo mi è piaciuto – osserva – ma è migliorabile. Serve venga realizzato qualcosa che lasci senza fiato».

Lo spettacolo dei 500 droni che ridisegna il cielo sopra piazza Unità

Lo scorso venerdì si sono levati in cielo 500 droni, con uno spettacolo, va detto, che era evidente non fosse uno dei tanti che l’azienda ripropone in giro per l’Italia, perché era personalizzato, con elementi legati al mare, al simbolo dell’alabarda, con tanto di promozione anche della mostra su Tolkien visitabile al Salone degli incanti.

La Drone Show di Latina tra le sue proposte include già uno spettacolo con mille droni, definendolo «top level, progettato specificamente per esperienze ed eventi di grandi dimensioni con un vasto pubblico. Con un livello di complessità e risoluzione senza precedenti».

Diecimila persone in piazza Unità per lo spettacolo dei droni a Trieste
(fotoservizio Massimo Silvano)

Ovviamente i costi cambiano, anche se il passaggio da 500 a mille droni non prevede un vero raddoppio dell’importo, ma è evidente la cifra lieviti rispetto a quella sostenuta quest’anno. Venerdì sono stati spesi 126.940 euro (154.866 con l’Iva), che il Comune ha sostenuto grazie a un contributo di 100 mila euro concesso dalla Regione e un altro da 50 mila dalle casse di PromoTurismo Fvg.

«L’evento ha portato in centro tanta gente, incuriosita anche dalla novità. Una bella vetrina per la città, che alzando ulteriormente il livello dello spettacolo potrebbe, oltre a garantire divertimento ai triestini e ai turisti già presenti in città, attrarre anche persone in arrivo proprio per godersi quella serata», valuta Rossi.

Per il quale quindi «vale la pena investire, rafforzando l’attrattività di quell’appuntamento estivo, anche se va tenuto presente che il costo è di molto superiore a quello per i classici fuochi d’artificio, per i quali indicativamente si spendono 30 mila euro, dunque un quinto rispetto a quello che abbiano speso quest’anno».

Preventivo alla mano per lo show 2026 da mille droni «chiederemo nuovamente un contributo alla Regione – anticipa – e poi lo stesso Comune potrebbe destinare una cifra».

L’obiettivo quindi è di valorizzare sempre di più l’evento di Ferragosto, anche in chiave turistica ovviamente, puntando a uno spettacolo innovativo, con luci non inquinati che non arrechino danno agli animali. In linea con le grandi capitali, dove questa scelta è già stata adottata da tempo.

A Trieste però c’è un elemento, la bora, che porta Rossi a escludere fin da ora che lo spettacolo con i droni possa diventare un’alternativa a quello pirotecnico di fine anno. «I droni anche con un leggero borino non si possono alzare in volo – spiega – e se per lo spettacolo di Ferragosto in extremis si può posticipare l’appuntamento di qualche giorno, come è stato fatto quest’anno, in attesa che il vento cali, «per il 31 dicembre non ci sono seconde possibilità, non si può rischiare, quindi ci saranno i fuochi».

A chi solleva il tema dell’impatto su ambiente e animali Rossi replica: «Sono pronto a non fare i fuochi se anche in giro per città si evitano improvvisati spettacoli pirotecnici: inutile che non si facciano i botti in piazza Unità e poi ovunque scoppia di tutto: servirebbe vietarli ovunque». —

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