Due alpinisti di Trieste e Monfalcone bloccati in parete, operazioni di recupero dal tramonto all'alba

Si trovano a due terzi di un'alternativa alla via Mazzilis - Frezza al secondo Campanile delle Genziane, nel gruppo Peralba - Avanza quando sono rimasti fermi. Il primo è stato recuperato ieri sera dall'elisoccorso, poi il personale Cnsas è rimasto in quota tutta la notte per assistere il secondo

SAPPADA Si è concluso stamattina con il recupero dell'ultimo bloccato ma è scattato alle 19 di ieri - domenica 13 settembre - un intervento di soccorso su chiamata al NUE112 di una cordata di alpinisti in difficoltà. I due, uno di Trieste e uno di Monfalcone, si trovano a due terzi di un tratto alternativo della via Mazzilis - Frezza al secondo Campanile delle Genziane, nel gruppo Peralba - Avanza (Alpi Carniche Occidentali): si tratta di una via di 450 metri di dislivello con difficoltà stimate fino al VII grado inferiore. Gli alpinisti vi erano stati sviati dalla presenza di alcuni chiodi.

Nella speranza di risolvere entro il calare del buio è stato inviato subito sul posto l'elisoccorso regionale, oltre ad una squadra di soccorritori via terra della stazione di Sappada del Soccorso Alpino e Speleologico. 

Elisoccorso all'alba per portare in salvo l'alpinista bloccato sul Peralba

Il tecnico di elisoccorso è riuscito ad agganciare il primo di cordata, tagliando la corda che lo legava e assicurandola nuovamente alla parete. Una volta agganciato e recuperato con una verricellata di cinquantacinque metri, l'alpinista è stato portato in salvo presso la base, allestita vicino alle Sorgenti del Piave. Vani i cinque tentativi di agganciare e recuperare anche il secondo di cordata, che si trovava una ventina di metri più in basso rispetto al primo e una trentina di metri più a destra del primo. La parete soprastante, molto sporgente, ha impedito infatti per circa quattro metri di distanza in orizzontale - distanza dovuta alla parete sporgente - il recupero con il verricello.

L'elicottero è poi dovuto rientrare per scadenza dell'orario di volo: il secondo alpinista stava bene. Sul posto sono rimaste le squadre di terra delle stazioni di Sappada e Forni Avoltri. Alle 21.15 circa cinque tecnici della stazione di Sappada hanno raggiunto la cima del Secondo Campanile delle Genziane per tentare di capire se fosse possibile raggiungere il secondo alpinista rimasto in parete allestendo un ancoraggio per calarsi a loro volta con le corde lungo la via. I soccorritori sono rimasti in contatto sia vocale che telefonico con l'alpinista.

Dopo aver tentato di calarsi dalla cima e raggiungerlo dall'alto, i soccorritori hanno deciso di sospendere le calate per poter operare in condizioni di maggiore sicurezza.

I cinque soccorritori della stazione di Sappada del Soccorso Alpino erano stati nel frattempo raggiunti da una seconda squadra di tecnici della stazione di Forni Avoltri. Una terza squadra e un altro soccorritore con un medico si erano recati rispettivamente alla base della parete e al Rifugio Calvi. 

I soccorritori presenti in quota sono rimasti tutta la notte sul posto per tenere un contatto vocale con l'alpinista bloccato.

Questa mattina l'elisoccorso regionale ha sbarcato due tecnici di elisoccorso una trentina di metri sopra al punto in cui si trovava, non senza difficoltà, dovute sostanzialmente al fatto che la parete era sporgente e alla presenza di blocchi instabili. Questi ultimi sono stati l'elemento imponderabile che ha interrotto le operazioni notturne da parte dei soccorritori giunti sulla cima del campanile in serata: sarebbe stato troppo rischioso calarsi al buio attraverso tratti rocciosi non sicuri che avrebbero potuto staccarsi durante le manovre. E dal momento che le temperature alte e l'alpinista stava bene era più opportuno attendere.

Una volta sbarcati, i due tecnici hanno attrezzato un ancoraggio con due chiodi conficcati con il trapano. Il primo tecnico si è calato all'altezza dell'alpinista ma la parete su cui si trovava distava, sempre a causa della sporgenza soprastante, ancora sei metri in orizzontale da lui: si è riusciti a raggiungerlo lanciandogli uno spezzone di corda. Da qui, si è effettuata una seconda calata in corda doppia di sessanta metri - di cui 40 nel vuoto- piantando altri due chiodi in parete, per raggiungere un terrazzino dal quale farsi recuperare dall'elicottero.

La bravura del pilota, che ha dovuto manovrare il mezzo ad una distanza molto ravvicinata dalla parete, ha fatto il resto e il recupero è avvenuto con una verricellata di ben 90 metri.

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