Duino, appello al principe «Tolga i cancelli dal Rilke»

DUINO AURISINA. Adesso parlano loro, i duinesi, e lapidariamente dicono: “Giù quei maledetti cancelli”. A pochi giorni di distanza dall'illustrazione del progetto preliminare commissionato allo studio Antoni dal principe, proprietario del sentiero Rilke, si leva la voce della Comunella, che vuole esprimersi a nome delle prime famiglie storicamente insediatesi nel borgo per manifestare tutto il disappunto verso un'area naturalistica ancora off-limits al pubblico. Domenica frotte di turisti hanno invaso le vie di Duino, riferisce Vladimiro Mervic, presidente della Comunella: ovunque “strapieno di automobili”, numerosissime le targhe straniere, austriache, slovene e tedesche. Un concerto in programma al Collegio del Mondo Unito, bar e ristoranti zeppi di clienti, castello aperto, insomma gente che va e viene occupando, coi propri mezzi, perfino il parcheggio accanto all'ex stazione ferroviaria nell'intento di dirigersi verso la passeggiata sul Carso sopra Duino, verso Ceroglie e Medeazza. «Non parliamo del porticciolo – prosegue Mervic -: moltissimo movimento pure lì. C'è però un neo, un pugno nello stomaco: il Rilke chiuso per lavori. Ma chi ci lavora? La gente macina 50, 100, 200 e più chilometri per vedere la porta di uno dei sentieri più belli al mondo sbarrata. Di cemento, escavatori, martelli pneumatici neanche l'ombra. Che non ci sia qualche altro motivo? Questo alla gente non importa e pensa soltanto quale peccato sia non potersi fare una passeggiata da sogno».
Quanto al preliminare del principe «sono parecchie le perplessità che suscita quest'iniziativa di riqualificare le falesie. Si parla – continua - di postazioni, di guerre mondiali, di nuotatori esploratori ammiratori delle rocce, di punti d'attracco, ringhiere, costruzioni in pietra, boe e chi più ne ha più ne metta. Non solo: sul Primorski si è detto anche di parcheggi sui terreni dei cosiddetti 17, una proprietà collettiva di cui fa parte sì il principe, ma fanno parte anche, e quasi esclusivamente, i consorti della locale Comunella, peraltro mai interpellati».
A onor del vero il progetto di recupero delle postazioni belliche non riguarda i piani di della Torre e Tasso che anzi, attraverso l'architetto Danilo Antoni, ha manifestato la propria contrarietà, bensì il Comune. Quanto ai posteggi satellite per l'info-point, tutto è ancora da studiare: tant'è che lo stesso progetto va presentato ancora all'ente locale, alla cittadinanza e ad agenda 21. «I cittadini – osserva ancora il presidente Mervic - si chiedono se la pineta sia ancora una riserva naturale, oppure stia per trasformarsi in una specie di luna park dove bisogna fare la fila per accedervi pagando 2 euro oppure anche solo sorbirsi la coda. La confusione regna sovrana e in paese circolano mille versioni su quelle che sono le intenzioni dei proprietari. In verità la gente e in particolare i commercianti sono sempre più afflitti da questo stallo, che crea un danno al paese e al Comune intero». «La Regione – sostiene - si è fatta carico dell'acquisto della proprietà, allora mantenga gli impegni e cacci i soldi. Tutto il resto è solo chiacchiera. A tal proposito mi viene spontaneo chiedere come mai il Cai, dopo aver tracciato il sentiero Rilke ora non apra bocca e non rivendichi il diritto di tutti sentieri Cai di risultare sempre percorribili. Strano questo silenzio. Devo però anche aggiungere che all'apertura del castello ai visitatori, voluta dal principe Della Torre e Tasso, va ascritto il merito di un aumento cospicuo della presenza di turisti, non solo a Duino, ma in tutto il Comune. Per concludere i paesani si augurano solamente che quei maledetti cancelli vengano rimossi e ritorni la libera fruizione di quel posto meraviglioso ch'è rappresentato dalle falesie di Duino».
Tiziana Carpinelli
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