È boom di truffe informatiche a Gorizia. L’exploit vale il secondo posto in Italia

GORIZIA Occhio alle truffe informatiche. Perché sono in vertiginoso aumento e portano Gorizia al secondo posto di un’assai poco esaltante classifica nazionale. «Il fenomeno non si può certo considerare trascurabile - spiega il dirigente del compartimento della Polizia postale, Manuela De Giorgi - atteso che anche nei nostri uffici del Friuli Venezia Giulia si sono registrati casi di merce ordinata online, regolarmente pagata, ma mai arrivata a destinazione. Fenomeni solo parzialmente diversi riguardano l’invio di merce di qualità inferiore a quella acquistata o addirittura totalmente differente».
Ma come scaturisce questa medaglia d’argento? A determinarla sono i dati, forniti a “Il Sole 24 ore” dal Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, che fotografano unicamente i delitti emersi in seguito alle segnalazioni delle forze di polizia. Il quadro che ne scaturisce è preoccupante perché la provincia di Gorizia si piazza in seconda posizione nella classifica italiana delle truffe e della frodi informatica: un assai poco onorevole exploit calcolato sul numero di denunce ogni 100 mila abitanti. Nel 2019 se sono state denunciate 575 e siamo a distanza siderale da Barletta (97 truffe ogni 100 mila residenti), Bolzano (181), Como (209) e Oristano (218).
«L’ultima operazione effettuata dalla Polizia Postale ha messo in luce un complesso modus operandi che vedeva i criminali pubblicizzare la vendita di capi di abbigliamento tramite Instagram, la piattaforma più popolare tra i giovani e giovanissimi - si legge in una nota prenatalizia inviata dalla Questura -. La proposta di capi “alla moda” dal modesto valore commerciale, l’uso di un ambiente social in voga tra i più giovani e l’utilizzo di profili con migliaia di followers hanno facilmente attratto le giovani vittime, inducendole agli acquisti poi rivelatisi truffaldini».
Le truffe, molte altre volte, si articolano attraverso l’invio di mail contraffatte con la grafica e i loghi ufficiali di aziende e istituzioni invitando l’utente ad inserire i propri dati personali. Ma c’è anche il temutissimo phishing che può avere come conseguenza il furto del numero di carta di credito o di password, informazioni relative a un account o altre informazioni strettamente personali. Reati particolarmente odiosi. Sì, le frodi elettroniche sono cresciute in modo più che sensibile, anzi esponenziale, negli ultimi dieci anni, soprattutto con lo sviluppo dell’e-commerce. Le aste online rappresentano oggi il più diffuso sistema di questa tipologia commerciale ma, d’altra parte, appaiono strutturalmente sensibili a possibili frodi elettroniche dal momento che ogni operazione si svolge a rischio e pericolo delle parti in un clima di reciproca fiducia a priori. Ed è per questo motivo che la maggior parte dei siti di aste online richiede, per cautela, un’iscrizione che è generalmente gratuita.
Le forze dell’ordine (dai carabinieri alla polizia passando per le fiamme gialle) invitano tutti a tenere gli occhi ben aperti, adottando una serie di cautele per non cascare nella rete dei truffatori “di professione”. —
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