E Cristicchi continua a regalare rose

Il cantautore al Csm della Maddalena per un dibattito con il pubblico in una sala piena
Lasorte Trieste 27/10/11 - Maddalena, Simone Cristicchi
Lasorte Trieste 27/10/11 - Maddalena, Simone Cristicchi

Mi chiamo Antonio e sono matto. Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino. Credevo di parlare col demonio. Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio». La storia di Antonio entra nelle case di milioni di italiani la sera in cui Simone Cristicchi vince la 57a edizione del Festival di Sanremo con la canzone “Ti regalerò una rosa”. Il viaggio di Cristicchi nel mondo della follia era iniziato molto prima del 2007, quando a 17 anni al fianco di un suo amico aveva vissuto con lui l'esperienza del disagio mentale. Ed è proseguito lungo l'Italia raccogliendo storie per raccontare delle istituzioni totali. Così anche ieri Cristicchi è ritornato ad ascoltare storie nella capitale della salute mentale. A Trieste in occasione del monologo in programma al Rossetti “Li romani in Russia” ha fatto un'improvvisata al Centro di salute mentale della Maddalena. Colmo di persone, di studenti dell'Istituto di Scienze sociali di Terlizzi in visita al Dipartimento di salute mentale triestino, per un pomeriggio di scambio e condivisione di vissuti, tra arte, musica e fumetti, per cantare tutti assieme “Ti regalerò una rosa”.

Dopo la rosa di Sanremo, ha raccontato Peppe Dell'Acqua direttore del Dsm, «a Trieste sono nate 5000 rose nel parco di san Giovanni». Il mio lavoro, dice Cristicchi, «è raccogliere storie e oggi qui ci siamo incontrati per fare tante cose: parlare, ascoltare e cantare. Nel mio viaggio in Italia da Roma fino ad oltre Genova ho visto i manicomi, ho parlato con infermieri e con chi ci è stato rinchiuso per fare un documentario. La canzone “Ti regalerò una rosa” nasce così, di getto, l'ho scritta in 40 minuti e doveva essere la sigla finale del film». Ma poi invece il grande successo a Sanremo, ma ci sono ancora tante storie da raccogliere, spiega Cristicchi, di fronte alla curiosità del pubblico. E c'è chi chiede cosa ne pensa di Basaglia. «Un grande rivoluzionario - spiega Cristicchi. Nella sua semplicità e umanità assieme alla sua équipe ha chiuso i manicomi. Ma ci sono ancora luoghi dove le persone vivono in condizioni disumane: gli Ospedali psichiatrici giudiziari. A Trieste i matti hanno un valore dice Roberto dal pubblico. Ma se tu fossi un politico, chiede qualcuno dalla prima fila, come faresti ad eliminare la discriminazione tra chi è cosiddetto normale e chi non lo è? “Quando ho vinto al Festival di Sanremo – risponde Cristicchi – mi telefonarono tanti politici e fui convocato a Montecitorio dove mi chiesero dei consigli su come sollevare l'attenzione sul problema della salute mentale. E’ importante creare momenti di incontro, come questo, che sono occasioni per superare le paure e il pregiudizio. E posso dire che con la mia canzone tanti giovani si sono avvicinati ad un mondo che è ancora per molti sconosciuto». (i.gh.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo