È ufficiale: il passeggero positivo atterrato al Trieste Airport da Londra non ha la "variante inglese" del Covid

TRIESTE Non appartiene alla variante inglese del Sars-CoV-2 il virus identificato nel passeggero risultato positivo al tampone molecolare, atterrato il 20 dicembre al Trieste Airport di Ronchi dei Legionari di ritorno da Londra. A certificarlo è il sequenziamento del genoma del virus realizzato in meno di 48 ore nel laboratorio di Genomica ed Epigenomica del sistema Argo di Area Science Park, su richiesta dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina.
Il campione prelevato ed estratto da Asugi è stato amplificato e sequenziato grazie alla strumentazione di ultima generazione presente presso i laboratori del parco scientifico triestino. L’analisi dei dati e in particolare di quelli relativi alla proteina Spike ha escluso che in questo caso si tratti della variante VUI 202012/01.
"Il sequenziamento, a tempi di record, del campione prelevato al paziente proveniente da Londra – sottolinea in una nota Pierlanfranco D’Agaro, direttore dell’Unità complessa Igiene e Sanità pubblica dell’Asugi, laboratorio di riferimento della regione Friuli Venezia Giulia per la diagnosi di SARS-CoV-2 - è il frutto di una collaborazione, ormai collaudata, tra il Laboratorio di Virologia dell'Uco Igiene e Sanità Pubblica di Asugi, il Laboratorio di Virologia Molecolare dell'Icgeb e il laboratorio di Genomica ed Epigenomica del sistema Argo di Area Science Park, collaborazione che si è sviluppata nel tempo soprattutto nell'ambito delle infezioni prevenibili da vaccino e comunque di interesse per la Sanità Pubblica. Questa collaborazione potrà e dovrà essere implementata per realizzare un monitoraggio accurato delle varianti virali circolanti nella nostra Regione".
“Il lavoro congiunto - evidenzia Danilo Licastro, responsabile della piattaforma di Genomica ed Epigenomica di Area Science Park- dimostra che è possibile effettuare il monitoraggio del virus circolante tramite sequenziamento in tempi rapidi. Credo che questo possa dimostrarsi un valido strumento per supportare il fondamentale sforzo effettuato sui tamponi”.
“Il sequenziamento è stato completato velocemente grazie al grande lavoro dei team diretti da D'Agaro e Licastro – conclude Alessandro Marcello, responsabile del Gruppo di Virologia Molecolare dell’Icgeb -. In questo caso non si trattava della variante inglese ma va detto che è molto probabile che questa circoli già ampiamente in Italia. E’ necessario continuare e rafforzare il monitoraggio del virus circolante, facendo sequenziamento in modo costante, programmato e non episodico”.
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