Ecco dove trovare spazi freschi

Selezione dei luoghi più adatti a chi cerca refrigerio unito al relax
Di Alessia Gallione

di Alessia Gallione

MILANO

È l’unico padiglione che non ha bisogno di utilizzare l’aria condizionata. Perché l’Austria, in realtà, più che costruire un edificio ha piantato un bosco in grado di produrre l’equivalente di ossigeno che 1.800 persone consumano in un’ora e soprattutto di far abbassare in modo naturale la temperatura di cinque gradi rispetto all’esterno.

Basta lasciare il Decumano alle proprie spalle e camminare lungo il sentiero, tra due “quinte” di alberi e vegetazione. Un’oasi verde che è diventata il rifugio di tanti, nella calda estate di Expo. Ma tra giardini e pergolati, sdraio e ombrelloni sistemati lungo il canale che circonda il sito, vaporizzatori, ventagli distribuiti dai volontari e case dell’acqua, è possibile rincorrere un po’ in tutta la cittadella il fresco anche nei giorni più torridi.

Il bar glaciale. Fino all’esperienza – estrema – di un’escursione termica “polare”: in uno dei padiglioni corporate, quello di Alessandro Rosso, c’è un Ice bar. Dove tutto, dalle pareti al bancone fino al bicchiere, è fatto di ghiaccio. Con i baristi che servono cocktail in guanti da neve e per riuscire a entrare e resistere a una temperatura che cala a meno sette gradi, bisogna indossare una speciale mantella di protezione. Ecco una mappa del refrigerio.

A luglio, il numero delle presenze si è raffreddato proprio per il caldo record. Una sequenza di giorni di afa che ha tenuto lontano chi poteva scegliere di programmare in un altro momento il viaggio. La società di gestione di Expo si è attrezzata, però. E nelle scorse settimane, davanti agli ingressi sono spuntate coperture aggiuntive per riparare chi si mette in coda ai tornelli. Perché con il sole che brucia, le tende sono il primo antidoto. Come le vele che corrono lungo tutto il Decumano: i tecnici spiegano che, grazie al loro orientamento, dovrebbero creare una leggera brezza. A contribuire a mitigare la temperatura è anche la “via d’acqua” che circonda il sito e il verde che è stato piantato attorno all’area per disegnare zone d’ombra. Ancora acqua è quella – naturale e frizzante – distribuita nelle “case” disseminate ai lati del viale centrale.

Il fresco diffuso. Ogni padiglione ha l’aria condizionata. Il problema può crearsi all’esterno, magari durante l’attesa per entrare. Qualche Paese, dal Brasile agli Usa, ha montato nebulizzatori; altri come il Zakakistan cerca di rinfrescare la gente in coda con maxi ventilatori. E poi ci sono gli Emirati Arabi che, quando il sole è a picco, offrono ombrelli. Il Kuwait ha montato fin dall’inizio delle fontanelle di fronte al proprio spazio: non hanno una funzione esclusivamente decorativa, ma fanno parte della visita. L’acqua si può bere, naturalmente, ma le strutture servono a introdurre i turisti al tema del padiglione, dove in una sala è stato ricreato anche l’ambiente del deserto durante un temporale estivo.

Uno degli indirizzi freschi per eccellenza è quello della piscina della Repubblica Ceca: ci si può sedere ai bordi e il tuffo è libero. Per i bambini, poi, c’è il Children Park, il padiglione tematico con laboratori ed esperienze sensoriali. Anche qui ci sono giochi d’acqua e una fontana che si mette in moto con biciclette che insegnano il risparmio energetico.

Occhio alle passeggiate. Il Decumano è lungo un chilometro e mezzo e farselo a piedi camminando per un’intera giornata tra una struttura e l’altra può stancare chiunque. Una sosta, a maggior ragione quando il termometro sale, diventa obbligata.

Al centro del viale ci sono panchine e sedute dove non è difficile trovare qualche visitatore addormentato. E non solo lì, tanto che su Facebook è stato creato un ironico album fotografico che raccoglie gli scatti più curiosi dei visitatori “spiaggiati”.

Ci sono le isole verdi attrezzate anche con tavoli e sedute ai lati del sito.

L’area alle spalle del cluster della frutta e dei legumi, per dire, rimane all’ombra nelle ore più calde del pomeriggio e, forse non a caso, ci sono gelaterie e un piccolo parco giochi per i bambini.

Molti padiglioni, poi, si sono attrezzati per il relax: a fianco dello spazio della cioccolata Lindt ci sono sdraio e ombrelloni come in spiaggia sistemati però di fronte a una delle darsene creata dal canale; Banca Intesa ha distribuito maxi cuscini sulle scale affacciate su un altro specchio d’acqua; la Slovacchia ha disseminato l’ingresso di sacchi su cui sdraiarsi; in Colombia ci sono amache come quelle che si trovano sotto la pergola del giardino della Cascina Triulza, il padiglione delle associazioni della società civile. Fino al Nepal: qui ci si può rilassare anche con un sottofondo di musica usata tradizionalmente per la meditazione.

Fontane e giardini. Tra i posti più freschi dove mangiare o bere qualcosa, c’è il patio della Turchia. Il bar del Bahrain spunta in mezzo a una sorta di labirinto di palme, agrumi e vegetazione tipica.

I tavolini del ristorante dell’Iran, invece, sono circondati da fontane e da un giardino. Nello spazio della Russia, a determinate ore del giorno, scatta la distribuzione gratuita di bevande tipiche descritte come “rinfrescanti”. Come quelle delle diverse latitudini che si possono trovare in altri padiglioni. Una declinazione estiva dei sapori del mondo di Expo: dalla bibita al baobab e all’ibisco alla granita alle bacche di goji e al gelato al guacamole o allo zafferano.

@AGallione

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