Elisabetta Fabri vertice di Starhotels: «Ruolo conquistato»

Ospite dell’incontro “La carica delle 101” che oggi e domani raduna esponenti femminili dell’impresa e della cultura

di Gabriella Ziani

Parte oggi alle 9 «La carica delle 101», il viaggio nelle parole delle 101 donne triestine selezionate per la due-giorni di incontri e raffronti sul tema della propria impresa. Domani (con discussione aperta al pubblico) il plotone, che combatte i pericoli del silenzio come i leggendari cuccioli dalmati la perfida Crudelia De Mon, si sposta al Savoia Excelsior dove «madrina» sarà una donna speciale in fatto di impresa e imprese. Uno dei suoi successi è l’albergo stesso, che la signora ha prima acquistato e poi restaurato con 3 anni di lavori e 54 milioni di euro, e che quest’anno, accogliendo 100 donne, festeggia i 100 anni di vita.

Ad aprire la giornata di domani sarà infatti, col sindaco Roberto Cosolini e la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, Elisabetta Fabri, amministratore delegato e vicepresidente di Starhotels. Fiorentina, sposata con un americano, madre di due gemelli, vissuta tra Firenze, Roma, Losanna, Washington, New York, Fabri guida l’azienda creata dal padre Ferruccio: 22 alberghi, di cui 20 in Italia, uno a New York e uno a Parigi.

Signora Fabri, ritorna a Trieste come “testimonial” del successo femminile?

Per me, che ho vissuto fra due continenti e giro di continuo in 17 città italiane, questa città vale molto: è portatrice di tanti mondi. Vi abbiamo fatto grandi investimenti proprio perché ci abbiamo creduto tanto (ma non dobbiamo essere i soli a crederci, tutti devono farlo). Vorrei che, come un tempo, quando il Savoia era il più lussuoso hotel dell’Austria-Ungheria, l’albergo tornasse a essere un teatro di vita sociale. Quanto al talento femminile, io credo che nelle donne si trovino le forze migliori.

Lei ha raccolto il testimone da suo padre. Quanto è importante la famiglia nel favorire, o frenare, l’azione (fino ai vertici) di una donna?

Nel mio caso azienda e famiglia sono state la stessa cosa. Sono cresciuta a pane e alberghi: Starhotels nasce con mio padre, quando negli anni ’80 decise di cambiare mestiere e da imprenditore edile diventò albergatore, sempre con un’attenzione alla proprietà immobiliare. È stato un processo naturale, lo ammiravo e ho fatto tesoro della sua lezione: tanta gavetta, tanto impegno e un sogno nel cuore. Il fatto che fossi donna alla fine è stato ininfluente. Me la sono guadagnata la posizione ai vertici.

Crede che sia una possibilità aperta a tutte?

Credo che, uomo o donna, affermarsi nei confronti di padri importanti rappresenti una magnifica palestra.

Conoscendo paesi diversi, saprà quali donne sanno vivere meglio, ottenendo migliori risultati, e come.

Talenti femminili a parte, ci sono paesi, come gli Usa, in cui l’impresa trova terreno più facile. Le persone, non le donne in particolare, sono più libere: la realizzazione personale è sancita dalla Costituzione, come la ricerca della felicità, che poi credo sia la stessa cosa. Trieste ancora una volta mi conferma della bontà della nostra scelta di avere una forte presenza. Le eccellenze che sono emerse in questa occasione della “Carica delle 101” sono una garanzia di successo. Questa città ha potenzialità e risorse: umane, naturalistiche, culturali, economiche. Il talento femminile che abbiamo scoperto potrebbe fare da volano.

Ma le donne sanno collaborare bene tra loro?

Un segnale dovrebbe partire da questo incontro.

Lei crede che un più forte impegno femminile possa incidere sulle politiche, rendere più conciliabile casa e lavoro, mitigare molte e forse troppe fatiche?

Le donne, io penso, salveranno il mondo.

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