Quel chicco di grano in viaggio sulla locomotiva firmata da Emilio Isgrò
L’artista noto per le “cancellature” ha creato un’installazione mobile con un messaggio di pace che si sposterà da Trieste fino all’Austria

Un messaggio di pace che integra ambiente e sostenibilità sullo sfondo di paesaggi sempre diversi. È questo il cuore dell’opera d’arte dell’artista siciliano Emilio Isgrò, conosciuto per le sue celebri “cancellature”. L’artista ha realizzato un’installazione mobile che trasporta un unico chicco di grano sulla locomotiva elettrica Adriafer Siemens Vectron E191.
Il treno, adibito al trasporto merci, viaggerà da domenica 21 settembre seguendo il tragitto Trieste - Tarvisio fino all’Austria, invitando alla riflessione. Una scelta originale, quella della locomotiva, e non a caso, come descrive Maurizio Cociancich, amministratore delegato e direttore generale Adriafer: «Grazie all’architetto Claudio Lucchesi ho conosciuto Emilio Isglò, che mi ha proposto di realizzare un’opera d’arte su una locomotiva. Mi sono sentito onorato e per me quest’opera rappresenta un messaggio di apertura e sostenibilità che non vuole essere legato a un solo mezzo, ma che è nato per viaggiare e diffondersi».
Da qui l’artista Isgò ribadisce che la cultura deve essere accessibile a tutti. Un’espressione artistica che si pone come celebrazione simbolica tra arte contemporanea, innovazione tecnologica e mobilità sostenibile.
Ma perché un chicco? «Nell’arte – spiega Isgrò – funziona il rapporto di sproporzione tra le cose, la piccola cosa in mezzo a quella grande perché il mondo, spesso, tende a schiacciare le piccole cose che danno sapore alla vita. In un momento cruciale come quello che stiamo vivendo è meglio riempire i granai che i depositi di armi».
Dunque, per l’artista, rimanere fedele alla cancellatura è stato fondamentale. Infatti colpisce il modo in cui spiega che il suo intento non era quello di coprire le parole, ma di utilizzarle per stimolare l’immaginazione, compresa quella dei bambini e di parlare direttamente al cuore delle famiglie.
«Le persone devono essere coinvolte, perché l’arte è una forma di educazione. Le mie opere si avvicinano al pubblico con delicatezza», aggiunge l’artista che con la sua opera vuole far arrivare anche un secondo tipo di messaggio, vale a dire comunicare l’importanza di imparare a scegliere con consapevolezza: saper dire sì, ma anche saper dire no. È inoltre importante, ha ribadito a Gorizia, saper coltivare la memoria e dare il giusto peso alle parole che si celano dietro la cancellatura e portano con sé un significato preciso per l’artista e per chi le osserva e le interpreta. —
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