Era finito per sbaglio nella sezione gay. Trasferito

Aveva firmato la richiesta per essere ospitato nella nuova sezione omosessuali del carcere di Gorizia, ma dopo alcune settimane aveva chiesto il trasferimento in altro penitenziario. Ora l’ha ottenuto perché non è gay. Protagonista un detenuto rumeno, condannato a una pena di alcuni anni. Non essendo gay il suo “soggiorno” è stato scandito da situazioni drammatiche, tanto da spingerlo a un tentato suicidio. Così almeno aveva dichiarato a Pino Roveredo, garante regionale dei detenuti, che assieme al consigliere regionale di Sel, Giulio Lauri, aveva visitato il carcere di via Barzellini a metà aprile.
Come mai un eterosessuale è finito nella sezione omosessuali? Due le versioni. La prima la fornisce lo stesso Lauri, commentando con soddisfazione la positiva soluzione del caso: ««Il trasferimento è una buona notizia, anche i detenuti sono innanzitutto esseri umani e in quanto tali sono sempre e comunque soggetti portatori di diritti insopprimibili. Il rumeno era finito nella sezione protetta omosessuali dopo aver firmato un’istanza di protezione senza sapere che essa conteneva la richiesta di essere sottoposto ad un programma di protezione per detenuti omosessuali, ci aveva raccontato di non essere neanche omosessuale e di avere persino tentato il suicidio per richiamare l'attenzione sulla sua situazione, chiedendoci aiuto perché venisse velocizzata l'istanza con cui poi aveva chiesto di essere trasferito dalla sezione per omosessuali».
Diversa la versione fornita da “radio-carcere”. «Il rumeno è apparso sin dal primo giorno particolarmente problematico. Negli ultimi due mesi era stato trasferito in cinque carceri del Triveneto. A un certo punto gli è stato consigliato di fare domanda per essere recluso nella sezione omosessuali di Gorizia pensando di trovare condizioni migliori. Questo, evidentemente, non si è verificato. Ha dato parecchio filo da torcere. Più che di tentato suicidio è più corretto parlare di minacce di suicidio».
La sezione omosessuali del carcere di Gorizia, unica del Triveneto e istituita da alcuni mesi, ospita in questo momento tre detenuti in due celle, nell’ala nuova della struttura di via Barzellini. A causa della carenza di agenti di polizia penitenziaria i detenuti omosessuali non possono godere ancora di tutti i supporti assistenziali garantiti agli altri 37 detenuti.
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