Erri De Luca ha un “corto” da Oscar

L’autore, martedì a Cervignano, è in corsa con “Il turno di notte lo fanno le stelle” con Nastassja Kinski
Di Elena Placitelli

CERVIGNANO. Attende il 2013 sognando l’Oscar, Erri De Luca. Con il film di ventitré minuti “Il turno di notte lo fanno le stelle”, girato quest’estate sospeso in bilico su una parete delle Dolomiti, lo scrittore napoletano - che martedì, alle 21, porterà al teatro Pasolini di Cervignano “Provando in nome della madre” - corre per la shortlist della categoria “Miglior Cortometraggio” agli Oscar 2013. L’altro desiderio che vorrebbe esaudire nel nuovo anno, sta nella possibilità di veder messa in scena “La doppia vita dei numeri primi”, l’ultima sua opera teatrale che prende spunto da un Capodanno di tanti anni fa.

Partiamo con l’approdo a Hollywood. I cortometraggi in lizza per l’Oscar erano inizialmente 125, ora la rosa si è ristretta a 11, e tra questi è rimasto il suo racconto “Il turno di notte lo fanno le stelle”, che sotto la regia di Edoardo Ponti è diventato un film. Il corto, presentato al Festival di Roma appena concluso, ha nel cast Nastassja Kinski, Enrico Lo Verso e Julian Sands.

Quale il segreto del suo successo?

«È una storia d’amore e di montagna. Il fatto che sia stato girato in parete e senza controfigure, sulle Dolomiti, in Val di Fassa, ha sicuramente contribuito a essere inseriti nella shortlist degli Oscar 2013 per la sezione Cortometraggio. È la storia di un uomo e una donna che si trovano a subire un intervento a cuore aperto e che si incontrano nell’attesa di farsi operare. Si promettono che, se tutto andrà a buon fine, inaugureranno la vita ritrovata scalando la montagna. Un bisturi separa un prima e un dopo e la rimarginazione si svolge in un posto bello. Il paesaggio aiuta a rimarginare le ferite, anche sentimentali. Una produzione italoamericana (Oh/pen) che è stata realizzata grazie anche ai finanziamenti di Trentino Film Commission».

Quali altri novità editoriali ha in serbo?

«Oltre al cofanetto che comprende il dvd e il libro-sceneggiatura de “Il turno di notte lo fanno le stelle”, Feltrinelli ha appena edito “La doppia vita dei numeri primi”, un’opera teatrale ambientata in un Capodanno passato in famiglia a Napoli. Una tombola giocata in casa diventa lo spunto per parlare del doppio significato dei numeri, in quanto tali e nella interpretazione della Smorfia. Sapere di poterla metterla in scena sarebbe un regalo che mi piacerebbe ricevere nel 2013».

Martedì a Cervignano, porterà lo spettacolo sulla natività, tratto dal suo romanzo “In nome della madre” (Feltrinelli, 2006). Perché un autore non-credente come lei dedica tutta questa attenzione al Natale?

«Il Natale si festeggia ogni anno, non è possibile dimenticarsene. Solo che secondo me è la festa della madre, non del bambino. Più che la nascita di Gesù è la storia di Maria. La storia di una ragazza-madre che contro tutte le difficoltà riesce a portare a termine la gravidanza».

Nel romanzo lei scrive di Maria: “Partorì da sola. Questo il maggior prodigio di quella notte di natività: la perizia di una ragazza madre, la sua solitudine assistita”. Quanto in questa storia, “il concorso maschile manca senza che se ne senta la mancanza?”

«Si ingrandisce l’accensione della natività femminile, il più perfetto mistero naturale, dai Vangeli solo accennato. Una storia che arriva tuttavia a buon fine grazie al coraggio di Giuseppe, (che abbiamo tutto il diritto di immaginarci giovane e innamorato) e che sposando Maria la protegge dai sassi della legge per l’accusa di adulterio. Una storia dunque ben ancorata alla realtà, che descrive anche l’occupazione romana subìta dagli ebrei del tempo».

Nello spettacolo (diretto, insieme a lei, da Simone Gandolfo) la vedremo salire fisicamente sul palco?

«La mia è un’intrusione nel ruolo di narratore per raccontare tutto quello che è legato alla vita del tempo. Maria la interpreta l’attrice Sara Cianfriglia e lo spettacolo si divide in quattro tempi, in cui la musica fa da sipario. Gianmaria Testa interpreta l’Ave Maria della “Buona Novella” di Fabrizio De André e altri due brani musicali sono stati scritti appositamente per lo spettacolo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:scrittori

Riproduzione riservata © Il Piccolo