«Esami di guida pilotati con gli auricolari» Assolti i sei imputati
Non hanno commesso il fatto. Il gup Luigi Dainotti ha assolto i sei stranieri sospettati di aver truccato gli esami per ottenere la patente di guida, messi sotto indagine dalla guardia di finanza. Il fascicolo era stato aperto dal pm Pietro Montrone che aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti.
Gli imputati, che all’epoca dei fatti risiedevano a Trieste, sono stati giudicati con il rito abbreviato. Si tratta del trentaquattrenne pachistano Kabeer Hussain, del trentacinquenne pachistano Adeel Aslam, del trentacinquenne nepalese Sushil Sing del trentaseienne libico Waqas Muhammad Usmani, del trentaquattrenne indiano Kanaiyalal Miteshbhai Darji e del ventinovenne pachistano Saddam Zafar. Nell’inchiesta era stata coinvolta una settimana persona: il trentaquattrenne Sajid Hussain, pizzicato in flagranza. L’uomo ha patteggiato una pena di sei mesi con la condizionale. Assoluzione piena, come detto, per tutti gli altri.
Le prove di teoria a quiz per il conseguimento della patente di guida A/B erano indette dalla Motorizzazione. Stando all’accusa, durante la prova gli imputati avevano nascosto sotto i vestiti un cellulare e, sotto i capelli, un auricolare infilato nell’orecchio. In questo modo si sarebbero tenuti in collegamento con un complice incaricato a fornire le risposte corrette al questionario. Episodi avvenuti, sempre secondo le ipotesi accusatorie, tra luglio del 2019 e gennaio del 2020. Lo straniero che ha patteggiato era stato scoperto. In tutti gli altri casi gli avvocati (Caterina Bove, Enrico Miscia, Antonio Baci, Marina Rizzi e Andrea Diroma) hanno dimostrato l’innocenza dei propri assistiti.
«La modalità delle cuffie era prevista per le persone straniere», spiega l’avvocato Rizzi. «Dagli accertamenti sugli elementi indiziari, che non avevano portato a nessuna prova, era stato dimostrato che le persone non avevano truccato gli esami. La maggior parte degli imputati, va evidenziato, aveva anche frequentato la scuola guida perché aveva bisogno della patente per lavorare». —
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