Essere giovani ai tempi della crisi non è facile. Ma ce la faremo
«I giovani sono la categoria sociale più in-definita del nostro tempo; sono una “non-generazione”; non hanno voglia di fare nulla; si pongono solo il problema del lavoro, senza però, fare nulla per risolverlo; non vogliono studiare e per questo non trovano lavoro; non sono autonomi e fanno fatica a diventare indipendenti dai propri genitori...». Tutto questo e altro ancora, su una rubrica del quotidiano “La Repubblica” (20 gennaio 2012), mette in discussione quello che è la gioventù di oggi.
Bisogna dire soprattutto che noi giovani “non” siamo in-definiti, ma con una scelta, un obiettivo, una meta, una speranza, un sogno da realizzare. È vero, noi adolescenti ci poniamo da sempre il problema del lavoro, ma con un preciso motivo: il nostro futuro. Se noi non pensiamo a noi stessi ora, dopo potrebbe essere troppo tardi, e non è solo un argomento quotidiano per chiacchierare con il compagno di banco, ma un vero e proprio problema. Noi adolescenti veniamo anche criticati se pensiamo al nostro futuro? Voi adulti ci chiamate un “non-generazione” ritenendo che “non” studiamo, “non” lavoriamo, “non” ci sforziamo; ma perché criticarci sempre con un tratto negativo? È così che fate voi adulti, generalizzate tutti e tutto. Ci sono però adolescenti che studiano, che si impegnano nel raggiungere determinati obbiettivi. Ci sono anche studenti che non si applicano, ma generalizzare è sbagliato: se mostri alle persone un foglio con sopra un punto e chiedi cosa vedono, ti dicono un punto, e non uno spazio bianco attorno. Noi adolescenti non rimarremo per sempre giovani, diventeremo dei nuovi adulti, ma abbiamo bisogno del vostro appoggio. A seconda delle proprie necessità e possibilità un giovane diventa autonomo dai propri familiari: qualcuno prima, qualcuno dopo, dipende solo dal momento giusto per farlo.
Tutti noi adolescenti non dobbiamo abbatterci, lasciarci trascinare al fondo dalle critiche senza qualcosa su cui basarsi. Invece dobbiamo dimostrare a tutti coloro che ci chiamano la “non-generazione” che siamo la “sì- generazione”, capace di essere indipendente dai genitori. Dobbiamo farlo. Come? Dimostrando che non siamo eterni adolescenti.
Merisa Salkic
III ASU Liceo scienze umane
“Slataper”
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