Evergreen sospende la linea dalla Cina
Evergreen annuncia: le maxi-portacontainer dalla Cina si fermeranno a Taranto

Evergreen group, la compagnia armatoriale di Taiwan che ha inglobato anche l’ex Lloyd Triestino oggi Italia Marittima, sospende la sua linea transoceanica settimanale tra la Cina e Trieste, in base a valutazioni strategiche sullo sviluppo dei traffici al cospetto della crisi internazionale. La notizia diffusasi ieri mattina ha gettato lo scompiglio tra le banchine del porto e un paio di ore più tardi è stata confermata da Fabrizio Zerbini, presidente di Trieste marine terminal (Tmt), la società che gestisce il Molo Settimo.
Le maxiportacontainer da 5.100 teu che settimanalmente giungono a Trieste con merci imbarcate in particolare a Shanghai, Ningbo e Hong-Kong a breve limiteranno la rotta a Taranto. Due feeder, navi più piccole, collegheranno poi lo scalo pugliese con Trieste. Non è lo stesso perché i clienti dell’Europa centro-orientale se vorranno continuare a servirsi di Evergreen dovranno utilizzare la doppia tratta rischiando di rimetterci in tempo, denaro e pratiche burocratiche.
Ma la decisione è tanto più grave in quanto esplicita un oggettivo disimpegno di Evergreen riguardo a Trieste e fa temere per gli investimenti del gruppo in città. Uomo di riferimento di Evergreen in Italia e presidente di Italia Marittima è Pierluigi Maneschi a cui appartiene anche To Delta società proprietaria di Tmt. La compagnia di Taiwan ha in ballo la realizzazione in Porto Vecchio non solo della nuova sede di Italia Marittima, oggi in Passeggio Sant’Andrea, ma anche della direzione per tutto il Sud Europa. Un progetto sul quale nelle ultime settimane sono riesplose le polemiche.
Greensisam, società nata per sviluppare le iniziative di Evergreen in Italia, ha avuto a questo scopo in concessione per novant’anni i primi cinque magazzini del Porto Vecchio e in base al contratto fatto dall’Authority, sotto la presidenza Monassi, sta pagando tra il 2005 e il 2010 solo 296 euro all’anno. Il procuratore della Corte dei conti ha già quantificato in 2 milioni di euro il danno arrecato in questo modo allo Stato.
Subiscono anche un duro colpo il prestigio e la storia marittima della città. Il Lloyd Triestino infatti fu nel 1973-74 la prima compagnia europea ad aprire dopo l’avvento del comunismo una rotta con la Cina e la prima negli anni Novanta a lanciare un servizio tra Cina e Stati Uniti. Negli anni Novanta il Lloyd Triestino trovò un valido acquirente in Evergreen, ma Evergreen identifico nella società triestina, evidentemente in ottimi rapporti con la Cina, un valido grimaldello per aprire quel mercato che, in quanto compagnia di Taiwan, cioé della Cina nazionalista, le era precluso.
Fin dal 1881 la rotta lloydiana che toccava Bombay, Colombo e Singapore, fu estesa a Hong-Kong. I collegamenti diretti fra Trieste e la Cina furono interrotti soltanto tra la seconda guerra mondiale e gli anni Settanta.
Fino al dicembre 2006, Evergreen operava tra il Far East e Trieste con un’unica portacontainer settimanale in joint venture con la francese Cma-Cgm. Da allora però il servizio è stato raddoppiato, le navi sono diventate due: una di Evergreen che spesso utilizza unità di Italia Marittima fino a 5.100 teu di portata, e uno di Cma-Cgm. Ad esse nelle ultime settimane si è aggiunta una terza di Msc. È stato soprattutto grazie al servizio diretto dall’Estremo Oriente di Evergreen se Trieste negli ultimi due anni è stata il primo porto italiano per crescita nel settore dei container.
Argomenti:porto
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video