Ex Flextronics ceduta a Star Tech: «Messi in salvo 333 posti di lavoro»

Al tavolo del Mimit presentata la società che ha rilevato la fabbrica triestina dal fondo FairCap. Alle spalle il fondo Mountain X e l’israeliana New Photonic

Il tavolo su Adriatronics al Ministero
Il tavolo su Adriatronics al Ministero

Il futuro dell’ex Flex e dei suoi lavoratori viaggerà tra data center, intelligenza artificiale e aerospazio. L’ultimo velo si è alzato mercoledì al ministero delle Imprese e del Made in Italy, occasione per l’annuncio dell’accordo, che sarà perfezionato nei prossimi giorni, per la cessione da parte del fondo tedesco Fair Cap dello stabilimento triestino (rinominato a febbraio Adriatronics) a Star Tech Industries.

Si tratta di una società di nuova costituzione, con sede a Milano, partecipata al 50% da Star Tech Ventures, filiale italiana della lussemburghese Mountain X, fondo di venture capital per l’aerospaziale e la difesa sual use (vale a dire per applicazioni civili, ma anche a scopi militari), e al 50% da Segner Limited, titolare della proprietà intellettuale dell’israeliana New Photonics, realtà con competenze nella progettazione di semiconduttori fotonici.

Il piano industriale

Il risultato concreto di una cessione dal valore economico per ora non comunicato è la tutela di 333 posti di lavoro (con mantenimento di diritti, anzianità e livelli retributivi), con accompagnamento di un percorso di ammortizzatori sociali e la prospettiva di incremento a quota 420 entro due anni.

Grazie a investimenti fino a 80 milioni, gli impianti triestini saranno adeguati e si focalizzeranno sulla produzione di chip e trasduttori ottici di nuova generazione ad altissima velocità, componenti cruciali per data center, intelligenza artificiale, aerospazio e difesa. Tra i potenziali clienti, sono stati citati nomi di primo piano come Google, Intel, Leonardo e Fincantieri.

L’antefatto

La vertenza era iniziata nel novembre dello scorso anno, quando Flextronics aveva annunciato l’intenzione di disimpegnarsi dal sito triestino a seguito della perdita del principale committente (Nokia). A febbraio 2025, sotto la spinta di Mimit, Regione, Confindustria e sindacati, Fair Cap aveva accettato di individuare un soggetto industriale credibile, dando avvio al percorso che trova sbocco nell’accordo con Star Tech.

La soddisfazione delle istituzioni

A presiedere l’incontro, il ministro Adolfo Urso, che esulta per l’«obiettivo centrato» e parla di «un’altra pagina di politica industriale che impatterà positivamente sul territorio del Friuli Venezia Giulia, come già accaduto per Wärtsilä».

Al tavolo romano anche gli assessori regionali al Lavoro Alessia Rosolen e alle Attività produttive Sergio Emidio Bini, che esprimono soddisfazione per una soluzione «coerente con la linea di azione che le istituzioni, le parti sociali e il territorio hanno condiviso fin dall’inizio della vertenza, nata dal disimpegno di Flextronics dallo stabilimento giuliano».

La linea di azione, riassumono gli assessori, «è sempre stata quella di individuare una soluzione che garantisse continuità industriale e occupazionale allo stabilimento e tutelasse la professionalità delle maestranze».

La capacità attrattiva di Trieste

Sulla stessa linea, promossa anche dal presidente della Commissione Lavoro della Camera Walter Rizzetto, c’è pure Confindustria Alto Adriatico. «Ancora una volta – sottolinea il presidente Michelangelo Agrusti – la collaborazione ha consentito di fornire una risposta efficace a una crisi complessa. La scelta degli investitori conferma la capacità attrattiva del Fvg e in particolare dell’area di Trieste, che si candida a rafforzare il proprio ruolo nella manifattura elettronica avanzata».

Secondo il direttore Massimiliano Ciarrocchi, «la decisione di acquisire lo stabilimento è stata favorita sia dalla disponibilità delle istituzioni a supportare il processo, sia dalla presenza di importanti centri di ricerca come la Sissa e l’Area Science Park, elementi che hanno reso il territorio particolarmente competitivo e adatto a sviluppare attività innovative ad alto contenuto tecnologico».

Plauso sindacale, ma l’Usb contesta

Il plauso arriva contestualmente dal sindacato. In una nota siglata da Fim, Fiom, Uilm e Ugl si precisa che la modalità della cessione è quella del trasferimento del ramo d’azienda e si rimarca «la nuova prospettiva per il sito di Trieste, giudicato strategico dal governo» e la «salvaguardia di occupazione e competenze tecnologiche dei lavoratori in una logica di continuità».

Nei prossimi giorni, informano le categorie, si terrà la riunione prevista dalla procedura ex art. 47 per formalizzare il passaggio dei dipendenti alla nuova società e già venerdì, alle 9.30, è programmata un’assemblea dei lavoratori per illustrare i contenuti dell’accordo e del piano di rilancio.

Anche l’Usb riconosce nel progetto validi elementi industriali, ma i soci di Star Tech Industries non vengono digeriti: «Dietro quella che sembra sulla carta un’operazione importante e positiva c’è una composizione societaria che solleva gravi dubbi sul piano etico. Da un lato un fondo europeo che investe nell’aerospazio e nella difesa dual use, dall’altro una società israeliana attiva nella fotonica e nelle tecnologie collegate all’ottimizzazione del traffico dati e all’Ai».

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