Expo Mittelschool, menù con polemiche e sardoni

Un “non menù” val bene una “non inaugurazione”. L’Expo Mittelschool (Mittelschool in piccolo) apre con una doppia negazione. Le polemiche sul ristorante & vinoteca (Restaurante & Wine bar)di via San Nicoloò 5 dato in concessione dalla Camera di commercio di Trieste hanno lasciato il segno. Niente inaugurazione e niente inviti, ma solo un’apertura senza troppo clamore. «Non volevamo mettere in imbarazzo nessuno» spiegano i gestori Bruno Vesnaver e Luca Morgan, titolari dei ristoranti l’Antica Ghiacceretta e della Chimera di Bacco oltre che presidente e vicepresidente della Fipe (Ferazione italiana dei pubblici esercizi). «Attenzione, Prima di parlare assicurati che il cervello sia collegato alla bocca» è il cartello che faceva bella mostra a fianco della cassa. Un’avvertenza che non è parsa estranea al clima avvelenato delle vigilia.
Neppure il locatore, quello che incasserà 45.999 euro (più Iva) per tre anni, si è fatto vedere. Antonio Paoletti, il presidente della Camera di commercio, è passato in incognito prima dell’apertura delle 18. Una toccata e fuga a saracinesche abbassate. Una “non presenza” che, a differenza del menù, non è piaciuta ai gestori lasciati da tempo soli sulla graticola a cuocere a fuoco lento. «La Cciaa deve spiegare una volta per tutti alla città perchè ha fatto questa operazione. I cittadini devono sapere. Noi siamo stufi della polemiche e di fare da parafulmini alle polemiche della categoria» attacca Vesnaver arrivato nel nuovo locale alle 18.30 con una borsa piena di cacciotte del Carso. In attesa delle spiegazioni dell’ente camerale (il presidente è stato persino convocato per un’audizione in Consiglio comunale) i gestori smaltita la rabbia provano a dare avvio al locale. Ieri era tutto offerto al pubblico intervenuto alla “non inaugurazione”. «Tutto a spese nostre. Non abbiamo avuto nessun contrivuo» tiene a precisare Morgan. Oggi, invece, si fa sul serio con il “non menù” a 30 euro a persona. «Grazie alla pubblicità del Piccolo - scherza (ma non troppo) il titolare della Chimera di Bacco - abbiamo il tutto esaurito e faremo 2mila euro d’incasso». Un buon inizio, insomma. Anche se Morgan, 29 anni di ristorazione alle spalle, avrebbe fatto volentieri a meno delle polemiche che hanno accompagnato il varo del locale. «Quello che mi dà più fastidio è che qualcuno metta in dubbio la correttezza e l’onesta del nostro operato e si colleghe la nostra manifestazione di interesse per questa impresa con l’elezione ai vertici della Fipe» aggiunge prima di rendere gli onori a chi gli ha preceduti nei locali di via San Nicolò: «Rossana Bettini e Francesco Razzetti hanno fatto un ottimo lavori in questi sette anni nella promozione e scoperta dei prodotti tipici locali. Noi cercheremo di fare nel nostro meglio nel valorizzarli a tavola». Senza però esagerare. Coi prodotti tipici si rischia di non mangiare. «Il salamone della Val Rosandra è gia finito da tempo» spiega Morgan. Anche l’olio scarseggia. Difficile quindi farlo trovare sul menù. «Cercheremo di fare del nostro meglio» dicono Morgan e Vesnaver. Da oggi ci sono otto persone assunte da pagare oltre ai 45.999 euro più iva di affitto escluse le spese da versare alla Cciaa per i prossimi tre anni. Paoletti ringrazia. In incognito, ovviamente.
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