Farmaci, a Trieste i medici di famiglia restano a corto di ricettari

Dover prescrivere un farmaco o un esame specialistico, e accorgersi di aver finito gli appositi ricettari? È la situazione paradossale in cui potrebbe trovarsi qualche medico di medicina generale nei prossimi giorni, nelle prossime settimane. Qualcuno, infatti, a Trieste ha già sollevato il problema, riferendone anche a livello sindacale. E inoltre l’eco è rimbalzata pure in Regione, tanto che il consigliere Roberto Novelli (Pdl) ha presentato un’interrogazione, chiedendo chiarimenti all’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, sulla «carenza nella fornitura» dei certificati da parte delle Aziende sanitarie. Blocchetti in esaurimento, dunque.
«Abbiamo ricevuto segnalazioni di questo disagio da parte di chi sta finendo le proprie scorte - fa il punto Dino Trento, segretario provinciale del sindacato dei medici di famiglia Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) -. L’Azienda sanitaria ne ha mandate poche e comunque le sta centellinando perché saremmo dovuti partire con la ricetta elettronica, sistema che la Regione aveva ipotizzato di avviare già all’inizio dello scorso anno. Il tutto con la possibilità naturalmente di effettuare un’eventuale stampa di sicurezza su carta bianca. La Regione ha però poi deciso per altre priorità, posticipandone la messa a regime e proseguendo nella sola sperimentazione con un certo numero di medici». Così, l’indicazione generale è stata quella di andare avanti con i normali ricettari cartacei: i prestampati prodotti dalla Zecca dello Stato, con righette rosse, caselle e spazi da riempire con i dati personali del paziente e le prescrizioni terapeutiche. Tuttavia, per i motivi citati, «l’Azienda sanitaria - riprende Trento - ne aveva ordinati pochi: pertanto può essere ci si ritrovi a non avere tanti ricettari o ad averli finiti, posto che le segnalazioni partono in ogni caso quando c’è ancora un certo margine sulla conclusione delle scorte di certificati a disposizione». Il sindacalista Fimmg annuncia la richiesta «al direttore generale dell’Ass1 (Nicola Delli Quadri, ndr) di una copertura per almeno 6-7 mesi». Ma cosa potrebbe accadere qualora, ipoteticamente, un dottore (a Trieste i medici di famiglia sono 205, ma il problema può «riguardare anche pediatri e specialisti convenzionati», ricorda Dino Trento) dovesse trovarsi in effetti senza più ricettari di fronte alla necessità di prescrivere un esame del sangue o una medicina ai propri pazienti? «Nel caso stamperemo su carta bianca - sospira Trento -, certamente l’Ass1 non può bloccare l’erogazione di farmaci. Ci si metterà d’accordo con le farmacie. E speriamo sia avviata una procedura d’urgenza per la fornitura dei blocchetti».
In Regione, Novelli interroga l’assessore Telesca per capire «in quali Aziende sanitarie territoriali si è verificata la carenza di ricettari», avere risposte sulle «motivazioni» del problema e al fine di «risolvere in modo uniforme» la questione in maniera da assicurare pari garanzie all’utenza indipendentemente dal territorio di riferimento. Novelli, infatti, chiede che gli accertamenti interessino tutta la mappa del Friuli Venezia Giulia. Intanto l’Azienda sanitaria spiega dal canto suo che «la Zecca dello Stato sta ritardando l’invio dei nuovi ricettari, che comunque è atteso entro la fine del mese. Non vi è, allo stato attuale, un concreto rischio di mancanza di assortimento per i medici di medicina generale, e la situazione è costantemente monitorata dall’Ass1», sottolinea in una nota Nicola Delli Quadri. Il quale specifica inoltre di aver comunque attivato una procedura straordinaria così da razionalizzare, per i prossimi giorni, l’assortimento dei ricettari: «Vista la situazione, che non dipende da noi - continua il direttore generale dell’Ass1 -, chiediamo ai medici di medicina generale di continuare a ritirare, fino a quando non riceveremo la fornitura dalla Zecca, i nuovi ricettari presso le sedi dei Distretti sanitari». Modalità, questa, non ordinaria, inusuale e adottata proprio in attesa che sia ripristinata la consueta prassi - fa sapere ancora l’Ass1 -, in quanto di solito i ricettari vengono consegnati dall’Azienda stessa nei singoli studi in quantitativi standard. Ora, però, il monte totale scarseggia. In attesa di un nuovo “pieno”.
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