Farmacia dell’ospedale, chiesti orari extra

È fatta anche di piccole odissee il percorso verso la guarigione. E talvolta, per un paziente, perfino reperire il farmaco salvavita può diventare come un salto all’ostacolo, un intoppo da superare. Al Tribunale per i Diritti del malato, costola di Cittadinanza attiva, è stato di recente segnalato che «la farmacia dell’ospedale San Polo di Monfalcone è aperta al pubblico, per la consegna delle medicine, una volta alla settimana e per sole due ore e trenta minuti», dunque operativa al martedì in fascia 9-11. 30. «L’alternativa è recarsi a Gorizia dove il medesimo presidio risulta aperto invece ogni giorno dalle 9 alle 13», spiega il presidente del Tdm, Sergio Trani.
Un ventaglio di possibilità di accesso differente rispetto a quello locale. E agli occhi di Trani «incomprensibile» sia in considerazione del «bacino di utenza delle due aree di riferimento» (il San Polo serve anche l’utenza della Bassa friulana e si colloca in un’area intensamente insediata) sia in considerazione del «mancato riconoscimento del disagio che ciò comporta per i pazienti del mandamento».
E non serve rimarcare che qui si sta parlando di «medicinali di cui le persone hanno assoluto bisogno: non si tratta di semplici aspirine né è possibile ritirarli nelle farmacie esterne», dice. Di qui la richiesta, recentemente indirizzata attraverso una lettera anche al direttore generale Antonio Poggiana, affinché «venga urgentemente trovata una soluzione che consenta l’accesso alla farmacia dell’ospedale di Monfalcone per più giorni, magari con orario differenziato». Tutto questo, si capisce, per venire incontro alle necessità – anche e soprattutto lavorative – di chi è costretto a rivolgervisi. Un’apertura infrasettimanale dalle 9 alle 11. 30 impone infatti al dipendente o comunque alla persona in età lavorativa a chiedere permesso di uscita al datore. Mentre per pazienti più anziani o fragili, impossibilitati per i più svariati motivi ad accedere alla farmacia ospedaliera in quell’unico giorno, sobbarcarsi un viaggio a Gorizia per reperire in tempi utili la preziosa medicina può significare uno sforzo ulteriore, forse ovviabile ricalibrando i turni del servizio.
Il Tribunale per i diritti del malato è nato nel 1980 da Cittadinanza attiva. Tra i padri fondatori il figlio di Aldo Moro, Giovanni. In città il Tdm lavora ininterrottamente dagli anni ’90. Una sede esisteva già nell’ospedale vecchio di via Rossini. A dispetto del minuscolo ufficio a disposizione al primo piano dell’edificio A del San Polo, stanza 124, la mole di lavoro è sempre significativa, con una trentina di pratiche e oltre un centinaio di segnalazioni mediamente spalmate in un anno. Questo prima del Covid-19.—
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