Farra, i genitori di Lorena: «Continuerà a vivere nel cuore di tanti»

Il padre e la madre della ragazza isontina travolta e uccisa da un’auto a Cervignano del Friuli: «Abbiamo sentito tanto amore sincero Ringraziamo anche il sindaco Fabbro che ci è stato vicino in queste terribili giornate»

FARRA. «In questi giorni abbiamo sentito tanto amore sincero. Ed è questo che ci permette di andare avanti».

I genitori di Lorena Princi, la ventisettenne di Farra d’Isonzo travolta e uccisa da un’auto a Cervignano del Friuli, sono immersi nel loro inconsolabile dolore. Ma lo vivono in maniera composta, convinti che loro figlia non se n’è mai andata e continua a vivere nella mente e soprattutto nel cuore delle tante persone che l’hanno conosciuta e apprezzata. «Non possiamo che ringraziare tutti coloro che ci sono stati vicini in queste difficilissime giornate - sussurrano il padre Flavio e la madre Ornella -. Siamo rimasti addirittura stupiti dalla quantità di testimonianze, visite, telegrammi, frasi e ricordi diffusi anche via Facebook dedicate alla nostra Lorena. Un grazie va anche a tutta la comunità di Farra d’Isonzo che si è stretta attorno a noi, così come non possiamo dimenticare quanto fatto e quanto detto dal sindaco Alessandro Fabbro. Le sue parole e la sua vicinanza ci hanno aiutato parecchio. Abbiamo ricevuto la visita anche del primo cittadino di Cervignano del Friuli che ha voluto partecipare successivamente ai funerali: il suo è stato un gesto di grande sensibilità».

L’elenco delle persone da ringraziare è lungo. I genitori di Lorena temono di dimenticare qualcuno, «e se lo faremo, chiediamo loro di scusarci sin da subito». «Nostra figlia ha collaborato con il Cvcs e con la mensa dei poveri dei frati Cappuccini. La sua priorità erano gli altri e coloro che stanno peggio. Ci ha fatto un grande piacere vedere anche alcuni utenti della “mensa dei poveri” che hanno voluto salutare per l’ultima volta Lorena». Flavio Princi vuole ringraziare anche i suoi ex colleghi (oggi è in pensione) della centrale A2A di Monfalcone mentre la madre Ornella fa lo stesso con i suoi compagni di lavoro della “Danieli special cranes” e della azienda capogruppo “Danieli” Di Buttrio.

E poi c’è un ringraziamento speciale. Che, peraltro, è riportato anche in appendice alla tesi di laurea della figlia in Sociologia politica “Sierra Nevada de Santa Marta: esperienza sul campo nelle comunità Kogui e Ahuaca”. I genitori chiedono che venga riportata integralmente: Un grazie a «Sofia Quitero, Helga Diaz e Leonor Zalabata, tre donne forti, determinate che hanno fatto dell’aiuto al prossimo il loro “lavoro” principale e che, in questo caso, si sono trovate ad aiutare una ragazza giovane e inesperta in un viaggio verso una meta profondamente diversa dalla sua quotidianità. In particolare, un grazie speciale va a Sofia, senza la quale niente di tutto ciò sarebbe potuto iniziare».

Una descrizione, quella fatta dalla ventisettenne, delle tre donne che potrebbe andare bene anche per Lorena: una donna forte e determinata che aveva fatto dell’aiuto al prossimo il suo impegno principale. «Sì, era una ragazza speciale», l’ultimo ricordo di mamma e papà.

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