"Farsi le gambe" pedalando da Moccò al monte Cocusso

TRIESTE Partendo dalla ciclabile Cottur, in particolare dalla ex stazione ferroviaria di Moccò, c'è tutto un mondo di sentieri da scoprire: una buona mountain bike, un gps su cui caricare questa mappa - basta puntare con lo smartphone sul QR code - e il Carso diventa non solo una splendida cornice per cicloturismo, ma anche una palestra ottimale per chi ha voglia di "far gambe" ed allenarsi un po'!
Per chi desidera sfruttare al meglio la pedalata, una buona idea è quella di farsi accompagnare da una guida esperta, che sa rendere ogni ostacolo un'occasione per imparare qualcosa di nuovo; io mi sono affidata ad Alberto Giassi di Amibike, che mi ha guidato da Sant'Antonio in Bosco fino alla vetta del monte Cocusso, permettendomi di superare salite e discese che da sola non avrei affrontato: 440 metri di dislivello che mettono a prova il fiato; ma soprattutto discese, magari brevi ma ripide e insidiose tra foglie, sassi e radici, che è una soddisfazione superarle in scioltezza. L'attrezzatura quindi, in questa escursione non dev'essere sottovalutata: casco, guanti ed anche occhiali - meglio se non da sole ma semplicemente protettivi - sono altamente consigliati.
Partenza: dopo aver pedalato circa 5 chilometri lungo la ciclabile si raggiunge e si passa il paese di Draga Sant'Elia; poco dopo si lascia il tracciato dell'ex ferrovia per imboccare una salita che "taglia" la ciclabile, sulla quale poi si ritorna per sconfinare. Ancora qualche centinaio di metri e si lascia l'ex ferrovia per addentrarsi lungo un sentiero in salita, che sbuca davanti alla chiesetta di Sveti Elija, in territorio sloveno e a pochi passi dal paese di Mihele (Micheli). Per chi volesse fare una prima sosta, qui c'è un buon agriturismo: noi invece puntiamo a raggiungere il rifugio Na Kokuši, sulla vetta slovena del monte Cocusso, e ripartiamo pedalando, per alcuni chilometri sull'asfalto. L'altopiano è aperto e panoramico e la Bora - se c'è - lo spazza con tutta la sua forza.
Passato l'abitato di Krvavi Potok (Chervari) in direzione Vrhpolje, alle pendici del monte Goli› si riprende lo sterrato, finalmente al riparo dal vento: ripassato il confine, si continua sul sentiero che, in salita, porta verso Grozzana: oltre il paese inizia la parte più impegnativa della salita che porta fin sulla vetta del monte Cocusso. Ancora qualche chilometro e si raggiungono i 674 metri del rifugio Na Kokoši dove un tè caldo, di questi tempi, è la ricompensa migliore! Ancora un passaggio sulla vetta italiana: sconfinando e risconfinando, ricominciamo a scendere.
La via del ritorno è molto più breve e quindi molto più ripida: circa 5 chilometri contro i 15 dell'andata e si ritorna giù, schivando pietre, cespugli, rivoli e tronchi che han ceduto all'umidità del bosco. Tutt'un tratto si intravede la ciclabile e la vista si apre sul Golfo.
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