Federcasalinghe clonata, presidente assolta

Assolta con formula piena, L’accusa - quasi una beffa - per Federica Rossi Gasparrini, già parlamentare e sottosegretario al lavoro, ma soprattutto presidente della Federcasalinghe, è stata quella di non aver versato a una dipendente gli assegni di maternità. E in particolare di non aver fornito alla direzione provinciale del lavoro la specifica documentazione.
A pronunciare la sentenza è stato il giudice Francesco Antoni. Che ha accolto le richieste del difensore, l’avvocato Marta Silano in sostituzione del collega Alberto Volpini di Roma. Il motivo è che l’associazione presieduta dalla parlamentare è stata “clonata”. Cioè un’altra associazione che effettivamente non ha versato i contributi alla dipendente, ha utilizzato un nome simile a quella dell’ex sottosegretario al lavoro. La quale si è trovata accusata di aver violato le norme per le quali aveva un’obbligo istituzionale (oltre che giuridico) di osservanza.
La vicenda singolare porta la data del 29 novembre del 2010 quando davanti all’ispettore del lavoro Silvia Fonda si è presentata la signora Mara Martincic, 35 anni, che ha denunciato di essere una dipendente del Comitato casalinghe europee Federcasalinghe distaccata al patronato Informafamiglia. Ha riferito, come poi ha diligentemente annotato nel suo verbale l’ispettore Fonda, di essersi astenuta dal lavoro per congedo di maternità ma che dal mese di novembre 2009 ad aprole 2010 non aveva ricevuto gli assegni previsti dalla legge.
Il procedimento era stato trasmesso al pm Maddalena Chergia che aveva aperto un fascicolo chiedendo e ottenendo dal giudice Raffaele Morvay un decreto di citazione diretta nei confronti della presidente ed ex sottosegretario al lavoro. Il difensore si è opposto e quindi si è aperto il processo davanti al giudice Antoni. Nel corso del dibattimento è emerso che la Federcasalinghe, l’associazione presieduta dalla Gasparrini, non aveva alcun distretto operativo a Trieste e che la signora Mara Martincic non era mai stata dipendente. Insomma un fantasma. È emerso che il patronato presso il quale aveva lavorato la dipendente aveva clonato il nome dell’associazione dell’ex sottosegretario forse per ottendere benefici pubblici. Rossi Gasparrini in questo senso ha già presentato querela alla procura di Roma per quella che è stata sicuramente una vera e propria beffa. Non solo per la parlamentare ma anche e soprattutto per la dipendente rimasta senza soldi.(c.b.)
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