San Lorenzo riunisce Ronchi e premia l’aiuto senza confini
La solenne celebrazione del patrono della città nella chiesa parrocchiale: riconosciuto l’impegno della Caritas ronchese e di quella della slovena Metlika

Partecipata come non mai. Nonostante il caldo torrido, Ronchi dei Legionari si è stretta attorno al suo patrono, San Lorenzo. Vivendo intensamente quei momenti che, da sempre, caratterizzano la messa solenne concelebrata nella chiesa arcipretale vestita a festa e dove la comunità ronchese si dimostra unita, orgogliosa, solida e desiderosa di assaporare i vari momenti di quella che non è una semplice funzione religiosa.

A presiederla, accanto al parroco monsignor Ignazio Sudoso e ai sacerdoti che in città operano od hanno operato, è stato Mario Cionini, consigliere della Nunziatura Apostolica in Italia. Nella sua omelia, ha ricordato il sacrificio di San Lorenzo come monito per una comunità dove grande deve essere la condivisione.
Prima della celebrazione, come tradizione vuole, il saluto ai presenti è stato dato dai campanari del Goriziano, che con il loro “concerto” hanno comunicato la gioia di una festa come quella del patrono. La liturgia, poi, è stata accompagnata dai Sacri Cantores Theresiani diretti da Vanni Feresin con Ivan Bianchi all’organo, che, tra le altre cose, ha eseguito la Messa in onore di San Giuseppe Calasanzio (1902) di Oreste Ravanello a due voci pari, e il coro parrocchiale. Molti i presenti.
Accanto al sindaco Mauro Benvenuto e ai rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, anche il consigliere regionale Diego Moretti, il presidente della Acli Franco Miniussi, i comandanti dei Carabinieri Niccolò Grieco, della Guardia di Finanza Vincenzo Citro, della Polizia locale Paola Trinco, ma anche rappresentanti delle città gemellate di Wagna e Metlika, il gonfalone della città, i labari e le bandiere di tante associazioni cittadine che poi si sono ritrovate nel momento conviviale curato dalla Pro Loco e al pranzo comunitario.

Quest’anno il comitato don Renzo Boscarol - don Mario Virgulin, presieduto da Fiorella Huala, ha scelto di assegnare il premio alla carità alla Caritas di Ronchi dei Legionari e a quella di Metlika, in Slovenia. «Due realtà per unire due popoli – ha detto – quello italiano e quello sloveno. Due realtà che quotidianamente operano a fianco dei più bisognosi in modo concreto». Proprio la rappresentante slovena ha ricordato il contributo ronchese in occasione della guerra nell’ex Jugoslavia. In memoria di monsignor Mario Virgulin, per 48 anni parroco di San Lorenzo, è stato invece consegnato un contributo per sostenere le spese di un seminarista meritevole.
Un dono speciale è stato poi offerto a don Umberto Bottacin, parroco di Maria Madre della Chiesa, per i suoi 60 anni di sacerdozio, mentre un tributo molto sentito è andato alla maestra Gianna Visintin, insignita del titolo di cavaliere della Repubblica per il suo lungo impegno culturale.
Presente anche il Gruppo dei costumi tradizionali bisiachi, mentre una cartolina commemorativa è stata sapientemente donata a tutti dal fotografo Federico Leban.
«Ronchi dei Legionari è una città piccola, sì, ma con un cuore grande e una storia ricca, capace, da sempre, di essere luogo di passaggio, di accoglienza, di identità forti, ma aperte. In questa città – ha detto il sindaco Benvenuto – non c’è nessuno più importante dell’altro. Non lo è chi guida le istituzioni, né chi presiede un’associazione, né chi gode di maggiore visibilità. Siamo tutti sullo stesso piano: cittadini, volontari, sacerdoti, giovani, anziani, artigiani, commercianti, lavoratori, imprenditori, famiglie. Ognuno, con ciò che è e ciò che può, contribuisce a costruire il presente e il futuro di Ronchi dei Legionari. E il collante che ci tiene uniti è una sola parola: rispetto. Il rispetto è la base che ci permette di ascoltarci, comprenderci e collaborare, anche nelle differenze. È ciò che trasforma la semplice convivenza – ha concluso – in vera comunità».
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